Vertice Cina-Ue:crisi e dossier internazionali

di Antonio Talia
twitter@AntonioTalia
Pechino, 14 feb.- Niente luna di miele a San Valentino tra Cina e debito pubblico europeo, a meno di sviluppi delle ultime ore, mentre il premier Wen Jiabao, il presidente europeo Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione Europea José Barroso si trovano ancora a cena. L'annuncio di un maggiore impegno della Cina sul Fondo europeo di stabilità finanziaria e sul suo erede, il Meccanismo europeo di stabilità, non è arrivato nella conferenza del pomeriggio.
"La Cina è pronta ad aumentare il suo ruolo nella risoluzione nei problemi di debito dell'Unione europea" ha detto il premier cinese Wen Jiabao, ma ad una precisa domanda della stampa in sala Van Rompuy ha risposto che "spetta alla Cina decidere su un suo maggiore coinvolgimento", anche se Pechino in passato "ha già manifestato interesse investendo su singoli Paesi e fondi". Di sicuro, la Cina fa bene a preoccuparsi della situazione europea: Bruxelles è il primo partner commerciale di Pechino e -secondo una proiezione pubblicata dal Fondo Monetario Internazionale la scorsa settimana- un'escalation della crisi del debito pubblico nel Vecchio Continente potrebbe dimezzare la crescita del Dragone nel 2012. I leader cinesi ed europei riconoscono che le due economie sono "interdipendenti" e che una frenata del tasso di crescita di uno dei due blocchi avrebbe inevitabilmente ripercussioni anche sull'altro.
Ma modi e tempi di un eventuale acquisto di debito pubblico europeo da parte cinese non sono stati ancora definiti. "L'Europa non chiede alla Cina o ad altri Paesi emergenti di risolvere la sua crisi- ha dichiarato Van Rompuy in un'intervista pubblicata martedì dal Quotidiano del Popolo- la soluzione spetta alla stessa Unione europea".
La strada sembra allora quella di una migliore integrazione dei sistemi commerciali, con maggiore apertura della Cina alle imprese europee e investimenti cinesi nelle aziende dell'Unione. Negli ultimi mesi Pechino ha acquistato quote di EDP (società portoghese della distribuzione di energia elettrica) e della britannica Thames Waters, e ha acquisito per intero la tedesca Putzmeister. Una linea definita anche dal presidente del fondo sovrano cinese Lou Jiwei, secondo il quale acquistare debito pubblico Made in Ue non conviene a investitori di lungo periodo come i cinesi, ma aumentare la presenza nelle imprese del Vecchio Continente offre invece ritorni sicuri. Spesso, però, l'Europa ha lamentato la mancanza di reciprocità nelle relazioni commerciali bilaterali: tra i partecipanti al meeting c'è anche il commissario europeo al Commercio Karel De Gucht che il mese scorso aveva annunciato una bozza di legge contro il protezionismo cinese sul mercato interno degli appalti pubblici.
SIRIA, IRAN E DIRITTI UMANI
Sul versante internazionale Cina e Ue hanno anche affrontato i dossier Iran e Siria, due argomenti sui quali nelle ultime settimane si sono trovate su fronti completamente opposti, dopo il "niet" di Pechino e Mosca alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU contro il regime di Bashar al-Assad, che secondo le Nazioni Unite sarebbe responsabile della morte di circa 5400 persone nelle repressioni delle proteste degli ultimi mesi. "La Cina non protegge nessuna delle parti in causa, neanche il governo siriano- ha dichiarato Wen Jiabao- la nostra priorità al momento è evitare che il Paese sprofondi nella guerra civile e nel caos. Tutti gli sforzi per una soluzione devono essere attuati secondo la Carta delle Nazioni Unite".
Wen Jiabao ha inoltre annunciato l'invio di alcuni mediatori a Teheran per negoziare sul dossier nucleare iraniano, un tema che sta diventando incandescente nelle ultime ore, dopo gli attentati in India contro diplomatici israeliani e le esplosioni in Thailandia, dietro le quali si nasconderebbe la longa manus del regime degli ayatollah. Il premier cinese, in una rara occasione di confronto, si è espresso anche sulla questione Tibet rispondendo a una domanda dei reporter stranieri. Nessun riferimento esplicito alla scia di suicidi di monaci che protestano contro Pechino, una ventina dallo scorso anno: "I gesti di monaci isolati non rappresentano la volontà della maggioranza del popolo tibetano- ha detto Wen- il Tibet è parte della Cina, il governo ha investito intensamente per migliorare le condizioni di vita del popolo tibetano, rispettandone allo stesso tempo le tradizioni e il patrimonio culturale".
ARTICOLI CORRELATI:
WEN, CINA PRONTA A MAGGIOR SOSTEGNO A UE - TWITTER IN DIRETTA DALLA GRANDE SALA DEL POPOLO
SUMMIT CINA-UE, PECHINO 'PREOCCUPATA' PER EUROPA
CRISI EUROPEA NELL'AGENDA DEL SUMMIT CINA-UE
MERKEL RASSICURA PECHINO SU CRISI EUROPEA
WEN: "MAGGIORE IMPEGNO NEI FONDI EUROPEI"
© Riproduzione riservata