"Siamo preoccupati per il crescente impiego della detenzione arbitraria in Cina - si legge nel comunicato dell'ambasciatore Ue Markus Ederer - e chiediamo alle autorità cinesi di astenersi dall'utilizzo delle detenzioni arbitrarie quali che siano le circostanze. La nostra attenzione si rivolge in particolare nell'ultimo periodo al caso di Ai Weiwei".
"La detenzione di Ai Weiwei non è conforme al rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti umani di tutti i cittadini cinesi" ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato USA Mark Toner. I contenuti dei comunicati di Londra, Parigi e Berlino sono del tutto simili e chiedono l'immediato rilascio dell'artista.
53 anni, figlio di uno dei più noti poeti del paese, Ai Weiwei è tra gli artisti cinesi più conosciuti al mondo. Nel 2008 ha collaborato all'ideazione del design del "Nido d'Uccello", l'avveniristico stadio olimpico di Pechino, ma si è anche sempre distinto come una delle voci più critiche verso il sistema a partito unico. Nello stesso anno Ai realizzò un'installazione audio che riportava i nomi dei 5mila bambini scomparsi nel crollo delle scuole dopo il disastroso terremoto che colpì il Sichuan, morti secondo le accuse dei genitori per la scarsa qualità delle costruzioni. Sempre in Sichuan Ai Weiwei venne picchiato da uomini in borghese che intendevano impedirgli di partecipare al processo a uno degli attivisti che si battevano per il risarcimento delle vittime del terremoto. Il pestaggio gli provocò un ematoma cerebrale che lo costrinse a un'operazione d'urgenza mentre si trovava in Germania per organizzare una mostra.
Ai è stato preso in consegna dalla polizia domenica mattina all'aeroporto di Pechino, prima di salire su un volo per Hong Kong. Le forze dell'ordine hanno perquisito lo studio di Caochangdi, un villaggio alle porte di Pechino, e interrogato numerosi assistenti. Secondo quanto riferito ad AgiChina24 da fonti vicine all'artista, la polizia ha trattenuto e interrogato 11 collaboratori di Ai, tra cinesi e stranieri, insistendo in particolare sulla situazione patrimoniale dell'artista. Weng Tao, ex reporter, amico e collaboratore di Ai, risulta anch'egli scomparso da domenica, dopo essere stato preso in custodia da cinque uomini. Le autorità hanno anche sequestrato materiali e hard disk dallo studio di Ai Weiwei, e perquisito la sua abitazione privata e quella in cui vive con il figlio di due anni.
"Sono molto preoccupata - ha detto oggi per telefono ai reporter dell'AFP la moglie di Ai, Lu Qing -, ho capito che qualcosa di terribile sarebbe successo quando hanno perquisito la casa e portato via centinaia di oggetti".
La polizia di Pechino non ha fornito notizie sulla sorte di Ai, e a causa della festività di Qingmian che ricorre oggi risulta anche impossibile chiedere informazioni al ministero degli Esteri nella tradizionale conferenza stampa del martedì. Secondo le leggi cinesi la polizia deve notificare alla famiglia del fermato le motivazioni della misura restrittiva quando il fermo si prolunga oltre le 24 ore, ma la norma viene spesso sospesa nei casi politici, come quello di Ai Weiwei sembra ormai a tutti gli effetti.
Ai è il più conosciuto tra i dissidenti e i critici del regime che sono stati oggetto della più dura campagna di repressione messa in atto negli ultimi anni dalle autorità cinesi: da quando alla fine di febbraio un anonimo gruppo dissidenti ha invitato la popolazione a manifestare contro il regime a partito unico sulla falsariga di quanto avvenuto in Nord Africa e Medio Oriente, secondo le associazioni per la tutela dei diritti umani sono circa un centinaio le persone scomparse o sottoposte a restrizioni della libertà personale (questo dossier). Nonostante gli appelli alle proteste sembrano essere stati largamente disattesi, tutti i corrispondenti dei media stranieri in Cina sono stati convocati dalla polizia che ha comunicato nuove restrizioni nell'esercizio del mestiere giornalistico in apparente contraddizione con le normative approvate per le Olimpiadi di Pechino 2008.
Ad Ai Weiwei erano già state imposte misure simili, come quando nel dicembre scorso gli fu impedito di imbarcarsi per Seoul dopo l'invito a partecipare alla cerimonia per la consegna del Premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo - dissidente condannato a 11 di reclusione con l'accusa di sovversione (questo articolo)-, ma l'arresto di domenica scorsa sembra avere assunto un tono molto più grave delle scorse occasioni: gli ambienti del movimento degli avvocati per il rispetto dei diritti umani si stanno mostrando in queste ore particolarmente preoccupati per quello che pare a tutti gli effetti un nuovo giro di vite nella repressione del dissenso.
E mentre i controlli si stanno facendo più penetrante anche su internet - i post di Ai Weiwei sul portale Sina.weibo sono stati completamente bloccati, l'intera rete web nei dintorni del villaggio di Caochangdi risultava paralizzata fino a ieri - si registrano diverse petizioni per chiedere la liberazione dell'artista che circolano sul web nonostante i filtri della censura. Tra le più cliccate - 1500 firme in 24 ore - c'è quella diffusa su Twitter, il sito di microblogging bloccato in Cina. La maggior parte delle firme sembrano opera di utenti cinesi in grado di superare i filtri della censura.
di Antonio Talia
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