Un paracadute cinese per l'Occidente in caduta
ADV
ADV
Un paracadute cinese per l'Occidente in caduta

Un paracadute cinese per l'Occidente in caduta

Analisi tecnica. Segnali di risveglio dagli indici di Shenzen e Shanghai
di lettura
PAGINA A CURA DI
Alessandro Chini
Alessandro Magagnoli
L'area Asia-Pacifico produce più del 50% del prodotto interno globale. È quindi importante non perdere di vista ciò che accade in quella parte del mondo.
Da un punto di vista grafico l'indice di Shenzen (Shenzhen Stock Exchange B Share Index) sta attraversando una fase cruciale: i prezzi sono scesi tra fine settembre e inizio ottobre in area 550, a testare ripetutamente il 50% di ritracciamento del rialzo dai minimi dell'ottobre 2008. Il rimbalzo in atto dai minimi di settembre e ottobre, allineati in area 540, dovrà superare la resistenza offerta in area 640 dalla linea di tendenza tracciata dal top di aprile, coincidente con la media mobile a 100 giorni, per dimostrarsi un genuino tentativo di ripresa. Primo ostacolo in quel caso a 680, poi a 730. La rottura anche di questa resistenza consentirebbe un miglioramento delle prospettive di medio periodo. Discese sotto 540 costringerebbero invece a una revisione in termini peggiorativi del quadro che rischierebbe di implicare il raggiungimento dei 400 punti almeno (supporto intermedio a 470).
Considerazioni analoghe per l'indice della Borsa di Shanghai, lo Shanghai Stock Exchange Composite Index. In questo caso il supporto messo alla prova negli ultimi mesi in area 2.300 è praticamente coincidente con il 66% di ritracciamento del rialzo dai minimi dell'ottobre 2008, quindi al limite dell'intervallo percorribile dai prezzi per evitare una inversione del precedente trend rialzista. Dalla tenuta o meno di 2.300 potrebbe dipendere il destino a medio termine dell'indice: reazioni da questi livelli che superassero il top di novembre a 2.536 punti, allineato con la media mobile a 100 giorni, permetterebbero di preventivare una estensione del rialzo verso area 2.800 almeno, altro ostacolo significativo oltre il quale vi sarebbe un ulteriore miglioramento del quadro, tanto da includere il ritorno sui massimi dell'anno a 3.067. Sotto area 2.300 diverrebbe invece probabile un approfondimento del ribasso con target sui 2.000 punti.
Anche la Borsa giapponese sta inviando segnali di risveglio. Il Nikkei ha messo a segno un rimbalzo veloce dopo essere sceso a fine novembre sotto i supporti critici degli 8.227 punti e si candida ora per un test in area 8.900 della media mobile a 100 giorni. Se questo tentativo avesse successo la reazione acquisterebbe credibilità e potrebbe presentarsi come un ritracciamento esteso del ribasso in atto dai massimi dell'anno a 10.891 punti. Obiettivi a 9.515 e a 9.615. Oltre questa soglia il rimbalzo acquisterebbe credibilità e potrebbe candidarsi al ritorno sui massimi dell'anno a 10.891. Sul fronte opposto la violazione del minimo di novembre a 8.135 rischierebbe di fare ripartire il trend ribassista rendendo probabile il ritorno sui minimi del 2009 a 7.021. Movimenti sopra il top di fine ottobre a 9.152 sarebbero un segnale convincente di ripresa, sufficientemente affidabile per essere seguito con operazioni al rialzo su strumenti che utilizzano l'indice Nikkei come benchmark.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

www.ftaonline.com

12/12/2011
ADV