Un ponte Roma- Pechino per incrementare il turismo: è questo l'obiettivo dell'accordo di cooperazione tra la Municipalità della capitale cinese e la Regione Lazio presentato ieri dall'assessore regionale al Turismo Claudio Mancini e dal direttore dell'Amministrazione Cinese del Turismo Zhang Huiguang. L'intesa prevede una collaborazione tra le due capitali per aumentare la promozione turistica attraverso messaggi pubblicitari da diffondere su mezzi di trasporto e in centri commerciali, ma anche la realizzazione di materiali multimediali sulle due città destinati ai canali cinematografici e televisivi. Il primo di questi documentari offre un cicerone straordinario: "Passeggiate Romane- diario di viaggio di Mo Yan", presentato ieri in anteprima, è un lungometraggio che racconta il viaggio nella Città Eterna di uno dei maestri della letteratura cinese d'oggi. "Si tratta di un'occasione per intensificare le relazioni istituzionali e per fare incontrare le nostre imprese turistiche con i tour operator cinesi" spiega l'assessore Mancini. Al BITE, la fiera del turismo inauguratasi oggi, infatti, è stata organizzata un workshop mirato tra gli operatori turistici cinesi e romani. Ma se è vero che l'Italia è diventata l'anno scorso la prima mèta turistica per i cinesi che visitano l'Unione Europea, l'Ambasciatore Riccardo Sessa sottolinea che i viaggiatori che dalla Cina si spostano all'estero in senso stretto (escluse quindi le Regioni Amministrative Speciali di Hong Kong e Macao, pur sempre territorio cinese) sono solamente 12 milioni all'anno, e di questi solo il 5% si reca in Europa. L'Organizzazione Mondiale del Turismo prevede che 2020 saranno ben cento milioni i cittadini cinesi in visita all'estero (incluse le due Regioni Speciali): l'Italia è pronta ad accoglierli? Su alcuni fronti, nonostante la firma di accordi come quello di ieri, sembriamo ancora particolarmente deboli. Uno è quello del web: secondo una relazione della China Tourism Academy, il 52% dei cinesi ottiene informazioni sulle destinazioni da visitare tramite internet, ma dopo il disastroso fallimento del portale italia.it -"- un fiasco costato sette milioni di euro e chiuso nel gennaio dell'anno scorso- il Belpaese è ancora sprovvisto di un sito web capace di fornire informazioni turistiche, e non solo in mandarino. Su questo argomento il Direttore Generale ENIT Eugenio Magnani, presente alla firma dell'accordo, preferisce non sbilanciarsi: "Il progetto internet c'è. Non posso e non voglio dire di più: sarà pronto nei tempi giusti e lo annunceremo solo allora". Il secondo tallone d'Achille sembra essere quello relativo allo shopping, che i cinesi in visita in Europa hanno particolarmente a cuore: mentre diversi grandi magazzini europei, da Harrod's a Lafayette, accettano liberamente China Union Card- la carta di credito più diffusa in Cina- i nostri grandi outlet della moda fanno ancora qualche resistenza: "E' una materia che ci interessa segnalare e risolvere" prosegue Magnani. "Non conosco nei dettagli i motivi per i quali queste carte di credito non vengano accettate, che vanno approfonditi, ma non penso che i nostri operatori siano così suicidi da rifiutare del business. Se non l'accettano, un motivo ci sarà". "Roma non può deludere- dice lo scrittore Mo Yan nel documentario- è a questo mondo da troppo tempo". L'Italia saprà fare lo stesso con i turisti cinesi?