Pechino, 22 gen. – Gli organizzatori dell'Expo Shanghai 2010 sono intenzionati a richiedere una temporanea sospensione del divieto di vendita dei giornali internazionali. "Invieremo la proposta al momento opportuno per poter soddisfare le richieste dei partecipanti e dei visitatori dell'Expo, in particolare di quelli stranieri" ha dichiarato Zhu Yonglei, vice-direttore dell'Ufficio per il Coordinamento dell'Expo Shanghai 2010, nel corso di una conferenza stampa. Nel 2008, durante i Giochi Olimpici, si è registrato un precedente: a Pechino, nei pressi dei villaggi olimpici che ospitavano atleti e media internazionali, si potevano infatti acquistare circa 100 pubblicazioni straniere. Un funzionario dell'Amministrazione Generale di Stato per la Stampa e l'Editoria, ha riferito al China Daily che proprio le politiche adottate durante le Olimpiadi di Pechino 2008 "costituiranno le linee guida per l'Expo Shanghai 2010" . "Al momento non è stata presa alcuna decisione definitiva - ha concluso il funzionario - ma ci auguriamo di risolvere la questione quanto prima, data l'imminenza dell'evento". Come sottolinea Guo Ke, professore di Comunicazione all'Università per gli Studi Internazionali di Shanghai, l'Expo durerà sei mesi, molto più delle Olimpiadi di Pechino: per questa ragione la sospensione del divieto di vendita di giornali internazionali potrebbe essere una "considerevole svolta per la stampa straniera in Cina". È la prima volta che l'Expo viene ospitato da un paese in via di sviluppo e in precedenza non ci sono mai stati divieti sulle pubblicazioni straniere da parte dei paesi organizzatori. L'inizio dell'Expo Shanghai 2010 è atteso per il prossimo maggio. In linea con lo slogan "Better City – Better Life", le autorità cittadine hanno puntato a rilanciare l'immagine di Shanghai, che ambisce a diventare il principale centro economico-finanziario e il primo polo culturale del ventunesimo secolo: un eventuale impedimento nella libera circolazione della stampa internazionale deluderebbe le aspettative degli 80 milioni di ospiti attesi, e potrebbe ritorcersi come un boomerang contro le autorità cinesi.