TENSIONE A SEUL E TOKYO, CINA "AFFLITTA", USA CAUTI

Pyongyang, 19 dic. - E' stato un vero e proprio terremoto psico-politico quello che ha squassato gran parte del globo alla notizia della morte in Corea del Nord di Kim Jong-Il, cui e' subito succeduto il terzogenito Kim Jong-Un: si teme infatti che l'improvviso avvicendamento ai vertici del regime di Pyongyang sia foriero di sviluppi imprevedibili e di ulteriore tensione. E nelle stesse ore in cui veniva dato l'annuncio della morte del suo leader Kim Jong-Il, la Corea del nord ha lanciato un missile a corte raggio dalla costa orientale. A dare notizia del test missilistico e' stata una fonte sudcoreana citata dall'agenzia Yonhap. "E' una cosa che i militari hanno seguito e non riteniamo sia collegata alla morte del presidente Kim Jong-il", ha spiegato la fonte, precisando che il test e' avvenuto probabilmente prima che fosse data notizia della scomparsa del Caro leader.
Il Paese sul quale l'annuncio della scomparsa del 'Caro Leader' ha avuto il maggiore impatto negativo e' stata naturalmente la Corea del Sud, dove la Borsa di Seul e' crollata chiudendo con un ribasso del 3,43 per cento. Stando a fonti governative riservate citate dall'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, quando la televisione nazionale del Nord ha anticipato un'"importante comunicazione", nessuno a Seul aveva la minima idea di quale ne sarebbe stato il contenuto. All'oscuro dell'accaduto erano tanto il presidente sudcoreano, Lee Myung-bak, quanto il ministro della Difesa, Kim Kwan-jin: impegnato in Parlamento, quest'ultimo e' dovuto rientrare precipitosamente al suo dicastero. Lo stesso capo dello stato maggiore interforze, generale Han Min-goo, era in missione di routine lungo la linea del fronte, al 38mo parallelo, quando gli e' stata comunicata la notizia. Nel mirino, i servizi segreti sudcoreani: "La nostra rete di intelligence non e' stata capace di scoprire la morte di Kim Jong-Il nell'arco di ben due giorni", ha stigmatizzato Lee Yong-sup, portavoce del Partito di Unita' Democratica, principale forza di opposizione. "Non c'e' spazio per alcuna giustificazione", e' stato il lapidario commento negli ambienti dello stesso Grande Partito Nazionale, al governo, non potendo essere adotta a scusante per un fiasco cosi' clamoroso nemmeno la notoria segretezza del regime al Nord.
Intanto le Forze Armate sono state immediatamente poste in stato di allerta mentre alla Blue House, sede della Presidenza della Repubblica, e' stata convocata una riunione di emergenza del Consiglio per la Sicurezza nazionale. Il presidente sudcoreano Lee Myung-bak, che ha esortato in connazionali a mantenere la calma, ha avuto un colloquio telefonico con l'omologo americano Barack Obama: i due statisti hanno concordato il massimo coordinamento delle iniziative da adottare in conseguenza della nuova situazione. "Il presidente Obama ha riaffermato il forte impegno degli Stati Uniti per la stabilita' della penisola coreana, e per la sicurezza del nostro stretto alleato, la Repubblica di Corea (cioe' il Sud; ndr)".
Frattanto il Giappone, che pure con il Nord non ha rapporti diplomatici, ha offerto le proprie condoglianze. Il premier Yoshihiko Noda ha istituito una speciale unita' di crisi per seguire gli sviluppi degli eventi al di la' del 38esimo parallelo, impartendo ai ministri competenti disposizioni affinche' raccolgano quante piu' informazioni possibili sull'accaduto, e avvertendoli inoltre di possibili novita' imponderabili e non necessariamente auspicabili, alla frontiera e anche sul piano finanziario. La Borsa di Tokyo ha perso a sua volta l'1,25 per cento. Il ministro degli Esteri nipponico, Koichiro Gemba, si trovava gia' negli Stati Uniti per una visita programmata da tempo: in giornata vedra' il segretario di Stato Usa, Hillary Rodham Clinton, ed e' chiaro che al centro della conversazione s'imporra' proprio l'allarme-Kim. Dal canto suo la Cina, tradizionale alleata della Corea del Nord, si e' detta "afflitta" e "sotto shock" per il lutto che ha colpito Pyongyang.
Ma Zhaoxu, portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, ha definito il defunto un "grande leader" (appellativo in realta' riservato a suo tempo al padre e predecessore, Kim Il-Sung, morto nel 1994) che ha fornito importanti contributi alle relazioni sino-coreane". Le due Repubbliche Popolari, ha aggiunto Ma, "continueranno a consolidare e a sviluppare la tradizionale amicizia tra i rispettivi Partiti Comunisti, governi e popoli, e a preservare la pace e la stabilita' nella penisola coreana e nell'intera regione".
Quanto agli Stati Uniti, estrema cautela da parte dell'amministrazione Obama. Il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, si e' limitato a far sapere: "stiamo monitorando le notizie con estrema attenzione" e "rimaniamo in stretto contatto con i nostri alleati in Corea del Sud e in Giappone". Nient'altro, almeno ufficialmente, anche perche' si sapeva da tempo che il 69enne Kim era malato, e che a Pyongyang in qualche modo la transizione era gia' stata avviata. Dietro le quinte, hanno pero' ammesso in via riservata fonti governative statunitensi, c'e' profonda preoccupazione, specialmente perche' Kim Jong-Un nessuno puo' affermare di conoscerlo davvero. Infine il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ex ministro degli Esteri sudcoreano, ha scelto egli pure il basso profilo: "E' al corrente, ma non c'e' una sua reazione immediata", ha tagliato corto Martin Nesirky, portavoce Onu.
PROFILO BIOGRAFICO DI KIM JONG IL
Nato secondo gli archivi sovietici nel 1941 in un campo militare in Siberia, salito al potere Kim Jong Il preferì spostare in avanti di un anno la sua data di nascita per farla coincidere con i 40 anni del padre, il "Leader Eterno" Kim Jong Sung a capo della Corea , sulla cui immagine costruirà tutto il suo personaggio.
"Il caro leader" - questo l'appellativo con cui era conosciuto fuori e dentro i confini nazionali - trascorre i primi anni in Unione Sovietica. Torna in Corea nel 1945, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Nel 1960 si iscrive al corso di economia politica marxista all'Università di Pyongyang e nello stesso periodo lavora come operaio in un'industria tessile. Si laurea nel 1964 dopo un periodo passato nella Germania dell'est presso un'unità dell'aeronautica militare.
Negli anni 70 Kim Jong Il si fa strada negli ambienti politici: nel 1974 entra nel Comitato politico del Partito e nel 1979 viene nominato vice-direttore del Comitato centrale del partito. In questi anni si diffonde l'appellativo di "caro leader". Nell'ottobre del 1980 in occasione del sesto congresso del Partito del Lavoro di Corea, Kim Jong-il rafforza la sua posizione politica con l'ingresso nel Politburo, nella Commissione militare e nella Segreteria del partito.
Nel febbraio del 1982 il settimo congresso dell'Assemblea del Popolo ratifica la sua entrata all'interno dell'organizzazione. Kim Jong inizia a lavorare al culto della personalità modellato su quello del padre. Nel 1991 assume la carica di Comandante supremo delle Forze Armate. L'anno successivo Kim Il-Sung fa un passo indietro per preparare il terreno al figlio: il leader Eterno fa sapere che ormai le questioni di politica interna sono gestite dal figlio. Nel 1994 alla morte del padre, il potere passò ufficialmente nelle mani di Kim Jong Il.
Nel 1997 assume la carica di presidente della Commissione Nazionale di Difesa e di segretario del Partito del Lavoro di Corea. Per tutta la durata del suo regime ogni cinque anni Kim è stato rieletto puntualmente deputato nella Suprema Assemblea del Popolo – il Parlamento nordcoreano che rappresenta gli operai, i contadini, l'inteligentsia e l'esercito - e confermato nei suoi incarichi all'unanimità dalla Suprema Assemblea del Popolo dal 1994 ad oggi.
Le condizioni di salute del ''caro leader'' hanno attirato per anni la curiosità e l'attenzione della comunità internazionale. Nell'agosto del 2008 un professore dell'università giapponese di Waseda scrisse sul settimanale nipponico Shūkan Gendai che in realtà Kim Jong-il era morto alla fine del 2003 e che nei ricevimenti pubblici era stato sostituito da sosia cui si era ricorso già in precedenza al fine di proteggerlo da attentati e assalti brutali. Il 9 settembre 2008 Kim disertò la parata militare celebrativa del 60º anniversario della nascita dello stato nordcoreano alimentando la diffusione delle voci. In molti ritengono che subito prima della cerimonia sia stato colpito da un ictus e sia stato sottoposto a un intervento d'urgenza. In risposta alle dichiarazioni inerenti alla salute di Kim Jong e alla sua presunta perdita di potere, nell'aprile del 2009 la Corea del Nord pubblicò un video che mostrava il "Caro Leader" visitare fabbriche e altri luoghi in tutto il paese tra il novembre e il dicembre del 2008. Il 9 aprile del 2009 Kim Jong-il fu rieletto all'unanimità presidente della Commissione Nazionale per la Difesa del Partito del Lavoro di Corea e poco dopo fece un'apparizione all'Assemblea Suprema del Popolo, dove tenne un discorso di ringraziamento in cui espose il suo programma politico per il futuro: si trattò della sua prima manifestazione pubblica dall'agosto del 2008.
Tuttavia le sue condizioni sembravano essere gradualmente migliorate. A maggio dell'anno scorso si recò in visita in Cina per la prima volta dopo 4 anni, e vi tornò tre mesi dopo, e poi ancora quest'anno, a maggio. In agosto visitò la Russia per la prima volta dopo 9 anni per incontrare il presidente Dmitry Medvedev.
La strategia politica di Kim Jong-Il gli ha permesso di instaurare rapporti amichevoli con la Cina, il Venezuela, Cuba, l'Iraq di Saddam Hussein e i ribelli maoisti del Nepal. Sono a un discreto livello le trattative commerciali con la Russia, mentre pessimi sono i contatti con gli Stati Uniti e gli altri paesi occidentali.
di Costanza Boriani
COREA DEL NORD - CHI E' IL DELFINO KIM JONG-UN?
a cura di China Files
Ritratto dell'erede designato da Kim Jong-il in persona. Terzogenito della dinastia Kim, formatosi in una scuola privata in svizzera sotto falso nome, sarà lui a prendere le redini della Corea del Nord nonostante i suoi 27 anni e una scarsissima esperienza politica alle spalle.
Il messaggio ufficiale dai vertici del regime di Pyongyang è sostenere Kim Jong-un. Il terzogenito del Caro Leader è il successore designato del dittatore morto per un arresto cardiaco. La figura del "Grande successore", come è stato soprannominato dalla stampa, è però avvolta nel mistero, tanto che neanche la sua età , 27 o 28 anni, è sicura.
Di certo dallo scorso novembre il Partito al potere ha preparato la sua ascesa, nominandolo in posti chiave dell'apparato. La sua inesperienza potrebbe invece essere sopperita da un a coppia di reggenti che lo affiancherà al potere e lo metterà in salvo dalle resistenze di settori delle Forze armate.
La morte di Kim Jong-il affretterà ciò che da almeno un anno la macchina organizzativa del Partito coreano dei lavoratori (Kwp) era intenta a preparare: la successione al Caro Leader alla guida del regime. Per questo il primo messaggio ufficiale dopo l'annuncio dell'attacco cardiaco che ha stroncato il dittatore è stato un'esortazione alla popolazione a stringersi accanto al terzogenito. "Tutto il Paese", recita la nota dell'agenzia KCNA "dovrà rispettare e riverire il compagno Kim Jong-un".
Mistero sul successore. Chi in realtà sia veramente il futuro leader nordcoreano non è dato saperlo. La figura del ventisettenne, o almeno ritenuto tale, già sull'età non c'è certezza, è avvolta nell'ombra. Da quando a settembre del 2010 in una rara riunione del Partito fu nominato vice presidente della Commissione militare centrale ed entrò a far parte del comitato centrale del Kwp, il giovane delfino è apparso in più di un'occasione accanto al padre.
Prima di allora l'unica foto nota lo ritraeva ancora bambino e le poche notizie che si avevano su di lui erano quelle pubblicate nella biografia dell'ex cuoco giapponese della dinastia Kim. Kenji Fujimoto, pseudonimo che nasconde l'identità dell'autore, scrisse nelle sue memorie che il ragazzo, avuto dalla terza moglie, Ko Yong-Hi, "era il preferito del padre". Con lui condivide la passione per la cultura pop e il basket statunitense.
E, come il genitore, soffrirebbe di diabete e problemi cardiaci, effetto del poco esercizio fisico. Nel particolare sistema "repubblicano dinastico" in vigore nella Corea del Nord, il giovane Kim si è conquistato la successione anche per gli errori dei fratelli maggiori. Troppo debole il secondogenito Kim Jong-chol. Tagliato fuori il più grande Kim Jong-nam caduto in disgrazia dopo essere stato intercettato in Giappone con un passaporto falso, per, così dicono le cronache, vistare Disneyland assieme alla famiglia e relegato in un esilio dorato a Macao.
I rapporti dell'intelligence sudcoreana descrivono invece Kim Jong-un come un giovane determinato e poliglotta che si ritiene abbia studiato in Svizzera, iscritto sotto falso nome all'International School of Bern a Guemligen e tornato in Corea del Nord dopo il 2000. Lì avrebbe proseguito gli studi all'Università militare dedicata al nonno e fondatore dello Stato, Kim Il-sung.
Dal 2004 sarebbe stata una presenza fissa durante le ispezioni militari condotte dal padre, fino al supposto viaggio in Cina nell'agosto 2010, in quello che gli analisti hanno letto come la ricerca dell'assenso di Pechino alla successione.
La stampa di Stato lo elogia, un modo per prevenire le resistenze alla sua ascesa degli alti ranghi dell'esercito, che di fatto hanno sostenuto il Caro Leader al potere. La mancanza di esperienza politica, al contrario di quanto avvenne al padre, designato erede di Kim Il-sung alla fine degli anni Settanta e al potere ufficialmente soltanto dal 1994, potrebbe rivelarsi una debolezza.
Per questo, secondo i coreanisti, sarà affiancato da una sorta di reggenza costituita dalla zia Kim Kyong Hui e dallo zio Jang Song Thaek, che lo dovrebbe tenere al riparo dalla rivalsa del fratello Kim Jong-nam. In un'intervista al Tokyo Shimbum il primogenito di casa Kim criticava i metodi di successione giudicandoli incompatibili con uno Stato socialista. "Le probabilità di un colpo di Stato sono scarse",ha detto al Guardian il professore Yang Moo-jin, dell' University of North Korean Studies di Seul, "I nordcoreani si considerano una nazione con un destino comune. Considerata l'età dell'erede, la leadership collettiva andrà avanti per un po' ".
di Andrea Pira
SALMA KIM JONG-IL COMPOSTA NEL MAUSOLEO DEL PADRE
Pyongyang, 19 dic. - Sono stati trasferiti nel Palazzo Kumsusan di Pyongyang i resti mortali di Kim Jong-Il, il Caro Leader nordcoreano morto sabato per un infarto all'eta' do 69 anni. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa ufficiale 'Kcna'. Si tratta del gigantesco mausoleo in cui dal 1994 riposa la salma imbalsamata di Kim Il-Sung, il Grande Leader, padre e predecessore di Jong-Il nonche' fondatore del regime piu' isolazionistico del mondo.
Il lutto nazionale e' stato proclamato retroattivamentre dal 17 dicembre fino al 29, giorno successivo ai solenni funerali di Stato. I cittadini saranno ammessi alla camera ardente da domani al 27 dicembre. Durante tale periodo, ha puntualizzato la stessa Kcna, "non saranno ricevute in Corea del Nord delegazioni straniere", cui neppure "sara' consentito partecipare alle esequie". Il giorno seguente lo scomparso sara' ricordato con una nuova celebrazione maestosa di lutto: salve di artiglieria, seguite da tre minuti di silenzio assoluto, e poi in tutto il Paese navi e treni azioneranno le sirene. A capo della commissione organizzatrice degli eventi e' stato nominato lo stesso Kim Jong-Un, il terzogenito del defunto leader ne sara' il successore.
NORDCOREA: E' MORTO KIM JONG-IL, IL "CARO LEADER"
Pyongyang, 19 dic. - E' morto all'eta' di 69 anni Kim Jong-il, il 'Caro Leader' della Corea del Nord, una delle piu' elusive personalita' della scena internazionale che ha governato per diciassette anni il Paese piu' isolato al mondo. Ne ha dato notizia l'agenzia di stampa ufficiale 'Kcna', secondo cui Kim "e' stato colpito da un grave infarto miocardico unito a un ictus" alle 8,30 del mattino di sabato ora locale, quando in Italia era passata da mezz'ora la mezzanotte del venerdi'. Un'autopsia eseguita domenica ha confermato le cause del decesso, avvenuto mentre Kim si trovava in treno per una delle sue misteriose visite in giro per lo Stato asiatico.
Il despota nord-coreano era stato colto gia' nell'agosto 2008 da un attacco cardiaco, che lo aveva lasciato con serie difficolta' di movimento nel braccio e nella gamba sinistri.
Gli succederà il terzogenito Kim Jong-un , dall'anno scorso promosso generale e asceso ai vertici del Partito Comunista, pur di fatto non essendo praticamente mai comparso nella vita pubblica. Sara' lui a presiedere la commissione incaricata di allestire i solenni funerali di Stato, che si terranno il 28 dicembre prossimo a Pyongyang e ai quali, ha puntualizzato la stessa 'Kcna', non sara' invitata alcuna delegazione straniera, in armonia con le rigidissime consuetudini del regime. Il lutto nazionale e' stato proclamato retroattivamente dal 17 dicembre al 29 del mese.
La Cina è "addolorata" dalla notizia della morte Kim Jong-il. In una nota telegrafica diffusa dall'agenzia Xinhua, il portavoce del ministero degli Esteri Ma ZhaoXu dichiara di essere "addolorato" nell'aver appreso "della sfortunata scomparsa" del 'Caro Leader', e aggiunge: "Kim Jong Il è stato un grande leader, un grande amico del popolo cinese, ha dato importanti contributi nello sviluppo del socialismo in Corea del Nord, ai rapporti di buon vicinato, alle relazioni amichevoli e alla cooperazione con il nostro Paese. Siamo convinti che il popolo coreano trasformerà il dolore in forza e riuscirà a restare unita per portare avanti la causa socialista. Cina e Corea del Nord lavoreranno insieme per consolidare e sviluppare le relazioni tra i due paesi e la tradizionale amicizia tra i due popoli, per dare un contributo positivo al mantenimento della pace e della stabilità nella penisola coreana e in tutta la regione".
TUTTI UNITI CON KIM JONG-UN, "IL GRANDE SUCCESSORE"
Il regime nord-coreano ha sollecitato tutti a stringersi intorno al figlio minore del defunto, Kim Jong-un, additato quale "Grande Successore del sistema rivoluzionario" dopo la scomparsa del 'Caro Leader', come era chiamato il padre. "All'avanguardia della Rivoluzione coreana si pone attualmente Kim Jong-un, grande successore alla causa della 'juche' (l'autosufficienza; ndr) ed eccezionale capo del nostro partito, del nostro Esercito e del nostro popolo", ha scritto la 'Kcna'. "La guida di Kim Jong-un fornisce una sicura garanzia per portare a compimento in maniera encomiabile attraverso le generazioni la causa rivoluzionaria della 'juche', la causa intrapresa da Kim Il-sung e condotta alla vittoria da Kim Jong-il". In precedenza un'annunciatrice vestita interamente di nero, il volto cosparso di lacrime, dagli schermi della televisione nazionale aveva affermato: "Tutti i membri del partito, i militari e l'opinione pubblica debbono seguire fedelmente la guida del compagno Kim Jong-un, e proteggere e rafforzare ulteriormente il fronte unito del partito, delle Forze Armate e del popolo".
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