Pechino, 14 dic. - La Cina "difficilmente" aumenterà i tassi d'interesse nel primo trimestre del prossimo anno: lo afferma Xia Bin, capo del dipartimento finanziario del Development Research Institute, un think- tank legato al governo cinese. In un articolo pubblicato sul China Securities Journal, Xia sostiene anche che il paese "deve fare di più per raggiungere l'obiettivo di una crescita del 9% fissato per l'anno prossimo". La Conferenza Economica Centrale, un incontro annuale dei più importanti policymakers del Dragone, si era conclusa la settimana scorsa senza annunciare grandi cambiamenti per l'anno che verrà: secondo quanto reso noto ai margini dell'assemblea il governo intende "assicurare una continuità alle misure prese nel 2009 per aumentare i consumi" e punta ad "aggiornare i modelli di crescita del paese sganciandosi dal ruolo eccessivamente pesante che giocano le aziende di stato". La leadership di Pechino, inoltre, ha affermato di tenere d'occhio i "pericoli connessi a un possibile aumento dell'inflazione e allo scoppio di bolle speculative negli asset", un rischio, quest'ultimo, che secondo quanto affermato oggi dal managing director della Banca Mondiale Juan José Daboub durante una conferenza stampa al Cairo "è più che presente: è già qui". Molti osservatori ed economisti ritengono che per tenere sotto controllo l'inflazione la Cina rivedrà leggermente le politiche monetarie espansive adottate finora: l'indice dei prezzi al consumo, in novembre, ha registrato un +0.6% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, segnando così il primo aumento dopo 9 mesi al ribasso, sulla spinta soprattutto di un rialzo dei costi degli alimentari.