TASSE SUGLI ESPATRIATI, POSSIBILI RITARDI
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TASSE SUGLI ESPATRIATI, POSSIBILI RITARDI

TASSE SUGLI ESPATRIATI, POSSIBILI RITARDI

Politica internazionale
TASSE SUGLI ESPATRIATI, POSSIBILI RITARDI
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Pechino, 26 set.-  Pesanti tasse in arrivo per i lavoratori espatriati in Cina. Nel mirino, sanità e sicurezza sociale, per cui dipendenti e aziende dovranno versare un contributo del 40%. L'imposta già annunciata qualche tempo fa dal Dragone avrebbe dovuto entrare in vigore il 15 ottobre, ma – riferiscono fonti interne – potrebbe subire un ritardo. A rallentare l'iter le lamentele dei governi locali che sostengono di avere avuto a disposizione troppo poco tempo per attuare il nuovo sistema.

 

A illustrare i dettagli dell'imposta, un comunicato del ministero delle Risorse Umane e della Sicurezza Sociale, secondo cui tutti i cittadini stranieri che lavorano in Cina - compresi coloro che hanno mantenuto la residenza ad Hong Kong – saranno tenuti a versare nelle casse di Pechino una quota pari all'11% circa del proprio stipendio per un massimo di circa 11.600 yuan al mese (circa 1.350 euro). A ciò va poi aggiunto un +37% percepito dal  datore di lavoro e calcolato sullo stipendio del dipendente. Nel caso in cui questi non ottemperasse al pagamento, la multa sarebbe tre volte superiore all'importo. Stessa cosa nel caso di lavoratori stranieri senza permesso di lavoro obbligatorio. Unici esonerati saranno i cittadini di Paesi con cui la Cina ha sottoscritto accordi bilaterali di esenzione. In pratica: Germania, Corea del Sud, e cittadini di nazionalità cinese di Hong Kong, Macao e Taiwan. Almeno altri 10 Paesi, inclusi Stati Uniti, Giappone e Russia, sono in fase di negoziazione con Pechino.

 

Il perché della nuova imposta è spiegato dal ministero: la tassa è stata progettata per salvaguardare i diritti degli stranieri in modo che possano beneficiare del sistema di sicurezza sociale cinese. Tuttavia l'imposta ha generato perplessità e interrogativi riguardo al fatto che offrirà notevoli vantaggi ai professionisti di Hong Kong sui loro colleghi espatriati. Secondo il nuovo regolamento, per un'azienda di Hong Kong sarà molto più costoso avere un lavoratore straniero sul continente piuttosto che un cinese. " Nessuno pagherebbe 50.000 yuan all'anno per un lavoratore straniero" afferma William Cheung, partner alle risorse umane della Ernst & Young di Pechino. Tuttavia le conseguenze che il nuovo regolamento avrà su queste aziende sono ancora da esaminare. La scelta di pagare una tassa simile finora è stata volontaria e ha riguardato perlopiù coloro  che hanno interesse a usufruire della pensione cinese.

 

di Sonia Montrella e Federica Morese

 

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