Pechino, 04 dic. - Ridurre le emissioni costerà alla Cina circa 20 miliardi di euro, è la stima di uno studio curato dall'Università del Popolo che ha svelato i costi economici della riduzione dei gas serra promessa la scorsa settimana dal Consiglio di Stato. Per tagliare la propria 'intensità carbonica' del 40-45% entro il 2020 rispetto ai livelli di emissioni registrati nel 2005, si dovranno investire fino a 20 miliardi di euro l'anno. Secondo quanto riportato dal quotidiano China Daily, per accumulare l'ingente somma, sarà richiesto uno sforzo da parte delle famiglie cinesi, che contribuiranno pagando circa 44 euro di tasse e imposte in più l'anno. Le cifre dell'Università del Popolo si allineano alle stime dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE) che prevedeva per il Dragone un impegno superiore ai 260 miliardi di euro diluito nei prossimi dieci anni per l'attuazione del piano di tagli alle emissioni. I Ministri Zhou Shengxian e Xie Xuren (rispettivamente, Ministro per la Protezione Ambientale e Ministro delle Finanze) hanno aperto un tavolo di consultazione per valutare l'applicazione di una carbon tax che, oscillante tra i 10 e i 20 yuan (1-2 euro) per tonnellata metrica di emissioni, inciderebbe sia sul costo del petrolio che su quello dell'elettricità. Per dirla con Jiang Kejun, ricercatore presso il governativo Istituto di Ricerca Energetica, "le industrie collegate al settore energetico, dovranno sostenere costi incrementali per migliorare la propria efficienza nell'uso del carbone, ma alla fine, tali costi incrementali ricadranno sulle spalle dei consumatori".