SIRIA: CINA, SOLUZIONE POLITICA PER LA CRISI "Noi non interferiamo"

Di Eugenio Buzzetti

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Pechino, 2 ott. - La Cina non intende ignorare la crisi siriana, ma non vuole "interferire arbitrariamente" nella sovranità del Paese. La posizione cinese sulla crisi è stata spiegata alle Nazioni Unite dal ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, nel giorno in cui sono cominciati i raid aerei russi con l'obiettivo di distruggere gli avamposti dell'Isis. "Una soluzione politica per la crisi in Siria è fondamentalmente l'unica via d'uscita", ha dichiarato Wang senza citare gli attacchi aerei russi, né il il presidente siriano, Bashar Al-assad.

"La Cina non ha propri interessi in Medio Oriente - ha dichiarato Wang - quindi vuole avere un ruolo costruttivo" nella gestione della crisi. Al suo omologo siriano, Walid al-Moallem, Wang ha poi spiegato che la comunità internazionale dovrebbe rispettare la sovranità territoriale siriana e l'indipendenza del Paese. L'intesa con la Russia nella cooperazione internazionale si basa, invece, su tre punti principali. Nell'incontro con il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, Wang ha elencato la necessità di collaborare per promuovere la risoluzione della crisi siriana, del nucleare iraniano e per fare progressi anche sul fronte nord-coreano.

La posizione ufficiale della Cina sulla crisi in Siria è stata poi articolata mercoledì scorso dal Ministero degli Esteri di Pechino, che ha proposto una roadmap in cinque punti per la risoluzione della crisi che prevede la risoluzione politica della crisi, una transizione politica che tenga conto delle diverse espressioni del popolo siriano, la promozione di un processo politico inclusivo delle varie voci del Paese, da cominciare il prima possibile, e infine, la riconciliazione nazionale e l'intervento della comunità internazionale con aiuti al Paese. La Cina, ha confermato Hong Lei, "continuerà a lavorare con la comunità internazionale per la risoluzione della situazione" nel Paese.

Le divergenze nell'affrontare la situazione in Siria e nella lotta all'Isis sono state anche oggetto di un editoriale del Global Times, che nei giorni scorsi aveva sottolineato le differenti strategie di Usa e Russia per combattere i miliziani d Al Baghdadi. "La Russia - scrive il Global Times - ha tutte le ragioni di creare una struttura di coordinamento per combattere il terrorismo in Medio Oriente", e cita gli ottocento cittadini russi che starebbero combattendo con l'Isis, secondo le stime del Ministero degli Esteri di Mosca. Il successo nella lotta al califfato arriverà solo nel momento in cui Usa e Russia riusciranno ammettere da parte le "incompatibili divergenze" sul futuro della Siria. Fino a che punto le due coalizioni anti-Isis possono cooperare, conclude il quotidiano cinese, "dipenderà da come Russia e Stati Uniti riusciranno a superare le loro divergenze".

02 OTTOBRE 2015

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