SIGLATO ACCORDO TRA MICROSOFT E BAIDU
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SIGLATO ACCORDO TRA MICROSOFT E BAIDU

SIGLATO ACCORDO
TRA MICROSOFT E BAIDU

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SIGLATO ACCORDO TRA MICROSOFT E BAIDU
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Pechino, 5 lug.- Baidu ha un nuovo, potente alleato: Microsoft, che con il primo motore di ricerca cinese ha siglato lunedì un accordo per offrire un servizio in lingua inglese agli utenti del sito web. Lo ha riferito ieri pomeriggio la stessa compagnia cinese secondo cui Bing, il motore di ricerca del colosso di Bill Gates, dovrebbe essere operativo su Baidu.com già entro la fine dell'anno. Un traguardo che la compagnia cinese -  che copre l'83% del mercato delle ricerche on-line in cinese - tenta invano di conquistare da anni:  "Sono sempre di più gli utenti che cercano termini in inglese. Finora Baidu non ha fatto un buon lavoro, ma ora ha imboccato la strada giusta" ha dichiarato Kaiser Kuo, portavoce della compagnia cinese. E intanto, con i due principali nemici schierati fianco a fianco,  per Google la guerra cibernetica in corso con la Cina assume confini sempre più incerti. La compagnia  di Mountain View è presente in Cina dal 2005, ma il rapporto tra il motore di ricerca e il gigante asiatico è sempre stato altalenante per via del bavaglio imposto dal governo cinese. Lo marzo del 2010, dopo aver dichiarato di essere stato vittima di un attacco informatico (questo articolo) – che Wikileaks assicura essere stato diretto da due membri del Politburo (questo articolo) Google aveva dirottato le sue operazioni su Google.com.hk sbloccando di fatto i contenuti sgraditi al governo di Pechino (questo articolo). Un tentativo inutile in quanto la censura che Google si rifiuta di esercitare fu prontamente reintrodotta dai filtri governativi – il sistema ribattezzato dagli utenti cinesi Grande Muraglia di Fuoco - che resero inaccessibili le pagine incriminate. La schiarita arrivò poi a luglio con il rinnovo della licenza di ICP di Google da parte di Pechino. Ma, seppur a singhiozzo, gli scontri continuano ancora: a gennaio il colosso americano ha denunciato diversi attacchi provenienti dalla Cina e diretti verso gli account di posta elettronica Gmail di alcuni attivisti per i diritti umani cinesi. Stessa scena si è ripetuta poi a marzo (questo articolo). Ma quella delle ricerche 'imbavagliate' è una condizione che, almeno per il momento, sembra  preoccupare poco Microsoft più impegnato a far decollare il motore di ricerca Bing, attualmente utilizzato da appena l'1% dei 470 milioni di utenti che popolano il web cinese, che a combattere per il diritto all'informazione. Sebbene Baidu e Microsoft non abbiano dischiuso i dettagli dell'accordo, tutto lascia intuire che il colosso americano si sia sottomesso alle regole della censura imposte da Pechino alle compagnie che operano sulla rete. "Microsoft osserva le leggi e i regolamenti di ogni Paese in cui è presente. Opereremo in Cina in un modo in modo da rispettare le autorità locali e la cultura del Paese e allo stesso tempo rendere chiare quelle che saranno le divergenze di opinione" ha dichiarato in modo vago la portavoce di Microsoft. E in molti sono già pronti a scommettere che diritti umani, Tibet, massacro di Tian'anmen e altri temi ritenuti 'sensibili' dal governo cinese continueranno a non generare risultati né in caratteri cinesi, né in inglese. "La cooperazione con Microsoft rafforzerà la posizione di Baidu sul mercato delle ricerche on-line e promuoverà la diffusione di Bing tra gli internauti cinesi" ha dichiarato Dong Xu, analista presso la compagnia Analysys International. Quanto alle ripercussioni sugli affari di Google in Cina "resta da vedere quanti utenti lasceranno Google per passare a Bing" ha evidenziato Yu Tianyu analista presso iResearch. Intanto dalla compagnia di Mountain View non trapela nessun commento sull'asse Microsoft-Baidu. La ricerca non è il solo modo per fare affari in Cina, ma esiste anche il mercato pubblicitario che permette alla Cina di far conoscere i propri marchi anche all'estero, si è limitata a sottolineare la società californiana.
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