SICUREZZA ALIMENTARE, INDAGA LA PROCURA
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SICUREZZA ALIMENTARE, INDAGA LA PROCURA

SICUREZZA ALIMENTARE, INDAGA LA PROCURA

Sanità
SICUREZZA ALIMENTARE, INDAGA LA PROCURA
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Pechino, 23 mag.- Il settore alimentare cinese va 'ripulito': stop dunque alle mazzette, alla negligenza e ai favoritismi. Pena? Multe salatissime e carcere. Dopo gli ultimi scandali alimentari che hanno riempito le pagine dei giornali internazionali, l'alimentare cinese è ora protagonista di un serrato giro di vite. La mossa, annunciata dalla Procura Popolare Suprema (SPP), rappresenta la risposta del governo ai recenti episodi di avvelenamento da cibo che, oltre a provocare danni alla salute dei consumatori cinesi, hanno macchiato l'immagine della Cina.  Ed è ancora la SPP a rivelare che 57 funzionari governativi sono attualmente indagati per coinvolgimento in casi di scarsa sicurezza alimentare. Nel mirino della Procura, dunque, non solo i produttori alimentari, ma anche i funzionari e impiegati dell'amministrazione colpevoli di aver riscosso tangenti o di aver 'solo' chiuso un occhio.

 

"Dei 57 indagati, 18 persone sono sospettate di coinvolgimento in un giro di tangenti, mentre le altre 39 sono accusate di omissione dei doveri d'ufficio" ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa Qiu Xueqiang, vice procuratore generale della Procura Popolare Suprema. Qiu ha poi aggiunto che si tratta di un fenomeno non localizzato e che coinvolge diversi impiegati nell'amministrazione del settore agricolo, alimentare e sanitario, fino a toccare il Food and drug administration departement. Secondo le statistiche della SPP, da settembre ad aprile sono state arrestate circa 220 persone accusate di aver prodotto e venduto cibo dannoso per l'organismo. "Da gennaio, invece, le procure cinesi hanno esaminato 37 casi di alimenti contraffatti in cui erano coinvolti, tra gli altri, 57 impiegati del governo" ha riferito Wan Chun, direttore del dipartimento di Investigazione e Supervisione della SSP. Nella serie di casi analizzati dalla procura rientra anche quello venuto alla luce qualche mese fa della Jiyuan Shuanghui Food Co. Ltd responsabile dell'allevamento dei maiali culturisti alimentati a foraggio e clenobuterolo: un farmaco che, con un'azione stimolante periferica, agisce sulla muscolatura liscia che aumenta di volume in tempi più rapidi rispetto al normale corso di crescita (questo articolo). Uno stratagemma che assicurava alla compagnia grossi affari grazie ai tagli alla spesa per il foraggio e ai guadagni provenienti dalla vendita di questi maiali di 'bell'aspetto'. Paragonati, infatti, a un normale suino, i maiali culturisti presentano pochissima massa grassa, particolarità che li rendeva particolarmente costosi.

 

In una spirale senza fine, dopo i maiali è stata la volta del latte al nitrato  (questo articolo) e dei cocomeri esplosivi (questo articolo). Episodi, questi, che rappresentano per il Dragone non solo una 'perdita della faccia' ma anche ricadute sociali ed economico-sanitarie.

 

Ed è per questo che, nella guerra al cibo contraffatto, il governo di Pechino ha deciso di combattere su due fronti: da un lato ordinando la revisione del "regolamento per il richiamo dei cibi", e dall'altro lanciando una campagna nazionale per frenare l'uso di additivi negli alimenti. La revisione, realizzata dall'Amministrazione generale per la Supervisione alla qualità, ispezione e quarantena, vieta il riutilizzo di cibi precedentemente richiamati e poi sottoposti a trattamento per poter essere venduti. Secondo la nuova legge, nel momento in cui un cibo si rivela dannoso per l'uomo la compagnia deve immediatamente bloccare la produzione e, nel giro di tre giorni, avvisare i rivenditori e i consumatori. L'intero processo deve essere riportato passo dopo passo e con tanto di numeri all'organo supervisore locale. Se la compagnia dovesse tardare ad agire, riceverà una multa pari a 30.000 yuan (circa 3.000 euro).  

 

Per quanto riguarda la campagna contro l'utilizzo di additivi, Qiu ha invece dichiarato: "Presteremo la massima attenzione al processo di produzione, al trasporto e agli ingredienti utilizzati". "I funzionari di governo che saranno ritenuti responsabili di aver coperto la produzione e la vendita di cibo contaminato saranno severamente puniti" ha aggiunto ancora Qiu senza entrare nei dettagli.

 

di Sonia Montrella

 

©Riproduzione riservata

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