Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 28 giu. - Il vice caporedattore di uno dei più importanti magazine politici cinesi è stato trovato morto impiccato nella notte tra sabato e domenica scorsi in un parcheggio sotterraneo del suo ufficio. Zhu Tiezhi era uno dei saggisti di di Qiushi ("Cercare la verità"), una delle più importanti riviste pubblicate dal Partito Comunista Cinese. Secondo quanto riferiscono fonti a lui vicine, a spingerlo al suicidio sarebbe stata la depressione di cui soffriva, a causa delle lotte interne al partito degli ultimi anni tra l'ala più riformista e quella più conservatrice, che si richiama agli anni del maoismo.
In diversi saggi, Zhu, 56 anni, aveva espresso in più occasioni i propri dubbi sul dibattito ideologico interno al Pcc, concentrandosi sulla necessità di attuare riforme per combattere la corruzione. Zhu si era spinto fino scrivere che "i dibattiti ideologici potrebbero diventare chiacchiere vuote che potrebbero minare la fiducia reciproca tra il partito, il governo e il popolo". Uno dei suoi più grandi crucci, secondo quanto scrive il magazine Caixin, che di Zhu ha tracciato un breve profilo, era quello di perdere l'integrità come intellettuale e di dovere rinunciare alle sue posizioni.
28 GIUGNO 2016
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