Roma, 27 mag.- Produzione paralizzata in quattro stabilimenti cinesi della Honda a causa di uno sciopero del personale. Sono più di 1850 i lavoratori che sono scesi in piazza per chiedere un aumento dei salari in seguito all'annuncio della Honda Motor Co di voler incrementare la produzione annuale della Guangqi Honda Automobile Co – in joint venture con Guangzhou Automobile Group - da 380mila a 480mila unità a partire dalla seconda metà del 2011. "L'ondata di scioperi ha avuto inizio il 17 maggio quando è stata sospesa la produzione nello stabilimento di Foshan che fornisce i pezzi agli stabilimenti, il 24 è stata la volta delle due industrie di Canton e il 26 di quella di Wuhan" ha dichiarato il portavoce della Honda Zhu Linjie. I funzionari locali stanno trattando con i lavoratori e con il colosso giapponese sui dettagli contrattuali. Qualche giorno fa il governo della provincia del Guangdong ha emanato un comunicato nel quale garantiva che la Honda non ha mai violato alcuna legge cinese relativa alle condizioni contrattuali dei lavoratori. E della stessa opinione è anche Satoshi Yuzaki, un consulente della Takagi Securities Co di Tokyo che assicura: "Le compagnie giapponesi in Cina riservano ai loro impiegati un trattamento decisamente migliore di quello di altre aziende locali che non hanno rapporti con le compagnie straniere".
Attualmente il salario medio dei lavoratori in rivolta si aggira attorno ai 1500 yuan (circa 150 euro), "gli impiegati premono affinché il compenso sia innalzato ai 2500 yuan (250 euro)" spiega Yasuko Matsuura portavoce della sede di Tokyo della Honda. Il momento sembra ideale per avanzare tali richieste: "La Cina sta attraversando un periodo di scarsa disponibilità di manodopera e il fenomeno ha spostato il testimone della contrattazione nelle mani dei lavoratori" sostiene Chang Hee Lee specialista dell'International Labor Organization. E a confermare la sua tesi ecco un dato riportato lo scorso febbraio dal China's Southern Metropolis Daily: più del 90% delle aziende situate nella regione del delta del Fiume delle Perle sono a corto di manodopera.
La compagnia giapponese ha dichiarato che quello degli scioperi è un "problema a breve termine" confermando la volontà di raggiungere entro il 2010 un aumento della produzione totale cinese di 180mila unità.
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