Pechino, 7 lug. – La Croce Rossa Cinese è sotto attacco. A innescare la miccia, alcune foto pubblicate giorni fa sulla rete da una ragazza, che si firma come Guo Meimei, che la immortalano appoggiata al cofano di auto di lusso, a bordo di aerei privati e accanto a pile di borse di Hermès. Sul suo profilo Weibo – una sorta di Twitter cinese - Meimei ha scritto che vive in una villa e possiede una Maserati, che definisce il suo "piccolo cavallo", e una Lamborghini (il piccolo toro). Ma soprattutto, la ventenne ha dichiarato di lavorare come "General Commercial Manager presso la Croce Rossa cinese (RCSC)". E mentre Weibo indaga sull'autenticità dell'informazione, il web insorge accusando la RCSC di corruzione e uso improprio delle donazioni.
Giorno dopo giorno nuovi tasselli si sono aggiunti al caso Guo Meimei: la ragazza è stata l'amante di Wang Jun (42 anni), membro della compagnia partner della Croce Rossa Cinese Zhonghong Boai Asset Managment Ltd, e costretto alle dimissioni dopo aver ammesso la relazione adultera con Meimei. L'uomo, che si occupava principalmente di attività di fundraising, ha confessato di aver regalato alla sua amante una Maserati, una Lamborghini e diverse borse firmate.
Intanto la RCSC nega qualsiasi rapporto di lavoro con Guo Meimei invitando le autorità ad indagare sulla questione. "Lo scandalo avrà di certo il suo impatto sulle donazioni future" ha commentato la società. Secondo l'agenzia di stampa cinese Xinhua, l'anno scorso i cinesi hanno devoluto in beneficienza 70 miliardi di yuan (circa 7 miliardi di euro) contro i 54 miliardi di yuan del 2009. Ma dopo i recenti scandali sono in molti a prevedere una discesa delle donazioni.
Il caso di Guo Meimei getta di nuovo ombra sull'operato della Croce Rossa cinese. Da tempo infatti l'organizzazione è oggetto di critiche per via della poca trasparenza che accompagna le donazioni e di alcune vicende che ne hanno macchiato l'immagine. L'ultimo scandalo risale ad aprile quando sui microblog venne diffusa la foto di una ricevuta di un pranzo da 1.500 euro consumato da un membro della Croce Rossa in un ristorante di Shanghai. Nel tentativo di mostrare maggiore trasparenza, RCSC ha aperto lunedì un microblog subito bersagliato da utenti indignati che chiedono di essere risarciti.
"Dammi indietro i miei soldi" è anche il messaggio più comune tra gli oltre 600mila post che ogni giorno vengono pubblicati dagli internauti su Weibo. Chiede trasparenza anche il China Daily, uno dei quotidiani ufficiali del governo di Pechino: "RCSC è un'organizzazione non-profit e ha il dovere di rendere trasparenti le sue attività".
"RCSC non è un'organizzazione non governativa – spiega Wang Ming, direttore del centro ricerche ONG dell'Università Tsinghua -. E' stata fondata dal governo e da esso riceve finanziamenti". La RCSC è inoltre la prima destinataria delle donazioni della popolazione cinese in caso di tragedie o disastri naturali.
di Sonia Montrella
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