S30: SFIDALEADERSHIP FIAT?
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S30: SFIDALEADERSHIP FIAT?

S30: SFIDA
LEADERSHIP FIAT?

Industria e mercati
S30: SFIDALEADERSHIP FIAT?
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Roma, 9 giu.- Le auto cinesi sono pronte a marciare sulle strade d'Italia e già promettono di conquistare il mercato, ma quella che suona come una minaccia non sembra in grado di spaventare le case automobilistiche del Belpaese. Giovedì la Dong Feng Motor, famosa casa cinese che vanta un bacino di utenza in patria di oltre 8.7 milioni di clienti,  presenterà a Milano i due nuovi prototipi di utilitarie al top delle vendite in Cina: la S30 e l'H30. E dopo la sosta lombarda, le auto viaggeranno in direzione di Torino, capitale dell'automobile.  Dopo la tiepida accoglienza della vetture prodotte dalla casa automobilistica italo-cinese DR Motor (i pezzi provengono dalla Cina e vengono assemblati in Molise) il Dragone torna alla carica promettendo design eleganti e moderni, buone prestazioni  e, soprattutto, un prezzo economico. "E' la fine per la leadership Fiat?" si legge nel comunicato stampa di presentazione dell'evento che ha già destato nel Paese dell'automobile non poche preoccupazioni. In realtà, al di là delle promesse , le vetture Made in China non sembrano essere così appetibili e la casa automobilistica di Torino sembra destinata a dormire sonni tranquilli, almeno per un po'. "Parlare di una conquista del mercato italiano è alquanto prematuro" rassicura Alessandro Ferrari  di Panorama Auto intervistato da Agichina24. "La Cina ha già presentato diversi modelli ai mercati esteri, in particolare quello tedesco, ma si è trattato per lo più di imitazioni - poco riuscite - di modelli già esistenti in Italia e in Europa"  spiega Ferrari. Il sito web "Alla Guida" sponsorizzato da Seat denuncia alcune delle imitazioni più riuscite:  "la F8 della BYD è un perfetto incrocio tra la Mercedes CLK e la Ford Focus; la coupè della Geely ricorda fin troppo la Brera dell'Alfa Romeo; la Great Wall che qualche anno fa indignò l'Italia con la Peri (clone della Fiat Panda) ha poi lanciato sul mercato la Florid: la Toyota Yaris d'oriente e infine la stessa casa DR propone delle varianti della vecchia Rav4 o della Bravo". Ma se sul design è possibile chiudere un occhio non si può fare altrettanto con la qualità e la sicurezza: "Linee non originali e finiture scadenti a parte, le automobili cinesi  non rispondono ancora bene ai crash-test e in alcuni casi non sono nemmeno così economiche" spiega . "Sono utilitarie che dovrebbero competere con il segmento A e B della Fiat, quindi  Panda o 500, ma in realtà in una ipotetica gara escono decisamente sconfitte. Le utilitarie Fiat sono prodotte in Polonia e questo le rende più economiche. In più sono qualitativamente ottime" prosegue Ferrari. Sulla scarsa appetibilità delle city-car cinesi concorda anche il sito web "Al Volante". A ciò si aggiunge  il problema della mancanza di un'adeguata rete di assistenza.  "All'Autoshow di Pechino che si è tenuto ad aprile è apparso con chiarezza che le vetture cinesi sono ancora rivolte principalmente al mercato interno" afferma Ferrari. Il comparto dell'Automotive è in continua espansione: le vendite relative al mese di maggio hanno toccato iil milione di unità, e lo scorso anno le vendite cinesi – grazie soprattutto agli incentivi statali - hanno superato quelle degli Stati Uniti raggiungendo i 13,64 milioni, garantendo  al Paese il primato assoluto nella classifica dei maggiori produttori di automobili. "Una domanda interna così elevata fa si che la Cina non senta ancora la necessità reale di penetrare i mercati stranieri e di conseguenza non sia ancora così attenta a soddisfare i bisogni dei clienti esteri" sostiene Ferrari. Ma se per il momento le auto cinesi non sembrano destinate a solcare le nostre strade, la data del loro arrivo non appare cosi lontana:  "Attualmente la Cina è in 'fase di studio' e da qui a cinque anni la qualità delle utilitarie cinesi sarà  nettamente migliore". E l'evoluzione secondo il giornalista sarà molto più veloce di quella intrapresa dal Giappone e dalla Corea "che hanno impiegato più di 40 anni per diventare qualitativamente paragonabili a quelle europee".
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