RISPARMIO ENERGETICO PER LE IMPRESE STATALI
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RISPARMIO ENERGETICO PER LE IMPRESE STATALI

RISPARMIO ENERGETICO
PER LE IMPRESE STATALI

Energia
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Pechino, 1 giu. – L'obiettivo è preciso, o quasi: ridurre i consumi energetici. Ad affermarlo a chiare lettere è stato Huang Shuhe, vicedirettore della SASAC (State-owned Assets supervision and Administration Commission); entro il 2015 le maggiori compagnie statali dovranno tagliare l'energia utilizzata per unità di produzione industriale del "16% circa" rispetto al valore del 2010.

 

Massima allerta anche per l'utilizzo delle principali sostanze inquinanti, come il diossido di zolfo, che dovrà essere portato ben al di sotto della media nazionale, come riportato sul sito della SASAC (www.sasac.gov.cn).

 

La SASAC gestisce circa 120 compagnie per conto del governo centrale, tra le quali le maggiori produttrici di acciaio, energia e carbone: "Speriamo che le imprese amministrate dal governo centrale giochino un ruolo chiave nello sviluppo di aspetti quali il risparmio energetico, la salvaguardia dell'ambiente, i nuovi materiali e i veicoli a energie alternative", ha precisato Huang Shuhe, rivolgendosi alle dirette interessate nel corso di una conferenza.

 

L'obiettivo è in linea con un trend mostrato recentemente nel settore: le imprese statali hanno già tagliato del 20.3% l'intensità energetica nel periodo 2005-2010, grazie a investimenti per circa 37 miliardi di euro, in vista dell'obiettivo vincolante di riduzione dell'intensità energetica del 16% e di carbonio del 17% per unità di PIL fissato nel Nuovo Piano Quinquennale per il periodo 2011-2015.

 

Le parole di Huang Shuhe lasciano comunque intravedere spiragli di manovra per le imprese: il "16% circa"menzionato dal vicedirettore della SASAC sembrano infatti ammorbidire le parole del Ministro dell'industria, che pochi giorni fa aveva ribadito come i settori ad alto consumo energetico, come quello dell'acciaio, dell'alluminio e dell'elettricità debbano tagliare sulle emissioni di carbonio del 18% e del consumo d'acqua del 30% nei prossimi 5 anni.

 

di Gabriele Tola

 

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