Le riserve Forex nei forzieri del Dragone
Erano già le più vaste al mondo, ma nel 2010 hanno registrato un ulteriore aumento da Guinness: i dati resi noti oggi dalla State Administration of Foreign Exchange mostrano che le riserve in valuta estera detenute dalla Cina hanno raggiunto quota 2850 miliardi di dollari, registrando così una crescita del 18.7% rispetto ai livelli del 2009; a determinare il risultato hanno contribuito in maniera determinante gli ultimi due trimestri, nel corso dei quali Pechino ha accumulato rispettivamente 194 e 199 miliardi di dollari in moneta straniera. Nonostante il Dragone non riveli mai l'esatta composizione delle sue riserve Forex, nel settembre dello scorso anno (quando la valuta estera in mano cinese si attestava ancora intorno ai 2450 miliardi di dollari) le solite anonime fonti governative citate dal China Securities Journal rendevano noto che la stragrande maggioranza di esse (65%) era da ritenersi denominata in dollari, seguiti a una certa distanza da bond europei (26%), sterline britanniche (5%) e yen giapponesi (3%), cifre in linea con le proiezioni di economisti e analisti occidentali. E se nei primi mesi del 2010 Pechino sembrava mostrare una certa disaffezione verso i Treasury Bonds Made in USA - smentita poi dagli acquisti attraverso piazze terze come Londra e Hong Kong-, adesso i riflettori sono tutti rivolti verso l'Europa: l'Impero di Mezzo detiene già il 7.3% del debito europeo, ma ha dichiarato di essere interessata ai titoli portoghesi, spagnoli e greci. Questa settimana si attende l'emissione di titoli a lungo e medio termine da parte di Spagna, Portogallo, Olanda, Italia, Germania e Austria, e il vicepremier Li Keqiang ha già dichiarato al primo ministro spagnolo José Luis Zapatero che acquisterà debito spagnolo per circa 6 miliardi di euro. Ma la notizia sul nuovo balzo delle riserve estere del Dragone rischia di avere ripercussioni su una visita di stato di livello ancora più elevato: il presidente Hu Jintao, infatti, volerà la prossima settimana a Washington, dove lo attendono Barack Obama e con ogni probabilità anche nuove polemiche sul tasso di cambio dello yuan. Da tempo gli Stati Uniti chiedono alla Cina di rivalutare la sua moneta – che secondo gli americani viene mantenuta artificialmente al di sotto del valore effettivo - per sanare gli squilibri nella bilancia commerciale tra i due paesi. E il nuovo record nelle riserve forex non mancherà di gettare altra benzina sul fuoco.
di Antonio Talia
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