Roma , 28 ott.- Qualsiasi cambiamento deve avvenire in modograduale e sotto la guida della leadership comunista e del sistema socialista. Quello che potrebbe suonare come un monito è invece il sunto dell'editoriale apparso mercoledì sulQuotidiano del Popolo. Ilquotidiano, definito da molti la "bocca del PCC", sembra voler rispondere alle numerosecritiche di molti osservatori che dal V Plenum si aspettavano quelle riforme politiche e democratichepreannunciate in diverse occasioni dal premier Wen Jiabao. "La libertà, la democrazia e i diritti umanirappresentano per i cinesi qualcosa di irresistibile" aveva detto Wen nel corsodi un'intervista rilasciata al programma della CNN "Fareed Zakaria GPS". Unconcetto che aveva già annunciato lo scorso agosto in occasione di un suointervento nella città di Shenzhen durante il quale aveva dichiarato che la Cina ha un bisogno urgente diriforme democratiche. Le parole del premier erano state però censurate dallamaggior parte dei media di stato cinesi e la vicenda era stata presa come esempio da 20 ex membri del partito comunistacinesi e rappresentanti della stampa che, sulla scia dell'assegnazione delNobel per la pace al dissidente Liu Xiaobo, avevano scritto una lettera controla censura indirizzata al governo cinese. Nella lettera, pubblicata sul sitointernet sina.com qualche giorno prima dell'inizio del V Plenum, i firmatarifacevano appello ai leader del PCC affinché il dipartimento di Propagandaallentasse il controllo sulla stampa e i media in generale, garantendo così atutti i cittadini il diritto all'informazione. "Negli ultimi dieci annil'ambiente dell'informazione hasubito un pesante deterioramento – aveva dichiarato nel testo l'autore dellalettera Tie Liu -. Radio, TV, carta stampata e internet sono altamentecontrollati e le persone non hanno più accesso all'informazione se non attraverso canali esteri".
Ed erano stati in molti a pensare che il documento, cheaveva portato scompiglio a Pechino già impegnato in un faccia a faccia con Oslosulla questione del Nobel, sarebbe statoinserito all'ordine del giorno del Plenum e avrebbe dato inizio, nel corso dei4 giorni di meeting a Zhongnanhai, al dialogo sulle riforme democratiche e suidiritti umani. In realtà il Plenum si è concentrato soprattutto sulla nomina diXi Jinping a vice presidente della Commissione Militare cinese e sulle riformeeconomiche incentrate sul dodicesimo piano quinquennale (2011-2015). Nel corsodel vertice non è emerso alcun dialogo sulle riforme democratiche, solo unaccenno al fatto che "è nell'intenzione del governo garantire a tutti icittadini una maggiore democrazia",ma per ora il discorso è rimandato.
Dopo l'iniziale delusione da parte di tutti coloro cheavevano riposto le speranze nelle promesse del Premier, sono arrivate lecritiche al PCC. Nell'editoriale del Quotidianodel Popolo si legge che il modello di democraziadi stampo occidentale va rifiutato in quanto "le riforme politiche non devono né rompere con la realtà circostante nécreare dei 'buchi' nella continuità storica. Ancor meno – si leggenell'editoriale – bisogna lasciarsi impressionare dalle luci di slogan vuoti esenza sostanza". "Essendo l'articolo pubblicato da un giornale che il più dellevolte riflette il punto di vista del governo – dichiara Zhang Ming, professoredi scienze politiche della Renmin University – non può che essere volto azittire le voci contrarie emerse di recente. Nell'editoriale firmato da ZhengQingyuan - probabilmente uno pseudonimo scelto sulla base dell'assonanza con lafrase idiomatica cinese zheng ben qing yuan che significa "riportare qualcosasulla retta via" – si legge che "la Cina ha fatto tesoro di unaesperienza trentennale di riforme e di ristrutturazione del sistema politico". Poiun riferimento a Deng Xiaoping, il leader che se "da lato promosse le riformeeconomiche, dal'altro bocciò quelle politiche".
Ma Zhang Ming non è il solo a ritenere che la penna di coluiche ha firmato il pezzo appartenga a qualcuno molto vicino a Zhongnanhai. HuXingdou, professore della Beijing University of Techonology è pronto ascommettere, infatti, che dietro lopseudonimo di Zheng Qingyuan ci sia proprio la leadership al potere. "L'editorialeriflette il punto di vista del Politburo e dei alcuni anziani leader". E l'articolo,secondo Zhang, non sarebbe altro che "un tentativo delle più alte gerarchie delPCC di mantenere la stabilità".
di Sonia Montrella
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