di Alessandra Spalletta ed Eugenio Buzzetti
Roma, 05 set. - C'è una data: 18 ottobre. La successione al vertice del potere in Cina sarà l'elemento più dibattuto, ma il diciannovesimo Congresso del Partito Comunista Cinese (PCC) avrà anche altre ragioni per finire sotto la lente di ingrandimento degli analisti politici. A cominciare dall'enfasi che verrà posta sulla direzione che prenderanno le riforme del sistema, a tutti i livelli: politico, economico e sociale. Il Congresso si riunisce ogni cinque anni ed è il più importante appuntamento politico. Tra un quinquennio e l'altro, il partito organizza ogni anno il plenum e sempre d'autunno. Ma l'appuntamento di questo ottobre è particolarmente importante perché cinque dei sette membri del Comitato Permanente – il cuore del potere – andranno presumibilmente in pensione e verranno sostituiti. L'attuale presidente Xi Jinping entrerà nel suo secondo mandato. Potrebbe dettare la successione politica – al momento non ha eredi. Si ritiene che possa inserire la sua teoria politica nella costituzione del partito, come fatto in passato da Mao e Deng. A meno di colpi di scena. CONTINUA E LEGGERE SU AGI
05 SETTEMBRE 2017
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