Pechino, 04 dic. - "Quest'anno, sotto la vigilanza di Pechino, i profitti combinati delle State-owned enterprises (SOEs) aumenteranno". Questa la previsione di Huang Shuhe, vice capo della State-owned Assets Supervision and Administration Commission (SASAC), la Commissione speciale responsabile della gestione delle imprese statali cinesi che risponde del proprio operato direttamente al Consiglio di Stato. I dati relativi alla prima metà del 2009 calcolati su scala annuale indicano che i profitti delle aziende controllate a livello centrale hanno subito un calo del 26,2% attestandosi a circa 30 miliardi di euro. Nel corso dell'intero 2008 i loro profitti (del valore complessivo di circa 70 miliardi di euro) avevano subito una contrazione più incisiva, pari al 30,8%. Sulla scia della ripresa economica e grazie alla politica di fusioni tra aziende prevista dalla SASAC, il 2010 si prospetta più roseo. Il numero delle aziende controllate dalla Commissione è già passato da 141 a 132 e si sta lavorando per ridurlo a 80 entro la fine del prossimo anno. La strategia perseguita punta a realizzare un ristretto gruppo nevralgico, dotato però di maggiore forza competitiva nei mercati internazionali. Lo sforzo di ristrutturazione non è l'unico obiettivo del SASAC. A detta di Huang Shuhe, si inciterebbero le imprese statali ad investire all'estero, soprattutto nel settore strategico delle risorse minerarie, ma a farlo in modo intelligente e ponderato, e non "avventurandosi ciecamente senza prima aver preso in considerazione i rischi finanziari, legali e politici correlati all'espansione all'estero".