Pechino, 13 set. - La produzione industriale cresce a ritmi più veloci del previsto, ma anche l'inflazione continua a salire e tocca il punto più alto degli ultimi 22 mesi: è quanto emerge dai dati ufficiali sul mese di agosto pubblicati sabato scorso dall'Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino, che mostrano un +13.9% nella produzione industriale anno su anno (contro il +13% delle previsioni degli economisti) e un + 3.5% nell'indice dei prezzi al consumo (contro il +3.3% registrato nel mese di luglio). Secondo gli economisti dell'Ufficio, alla base del nuovo picco dell'inflazione ci sono i rincari dei generi alimentari, che sono balzati del 7.5% soprattutto a causa delle forti inondazioni che hanno flagellato il paese negli ultimi mesi. A marzo il governo aveva fissato l'obiettivo di contenere l'inflazione entro il 3% per il 2010, ma, mentre alcuni osservatori sostengono che il limite sia stato già ampiamente superato in diverse zone della Cina, il portavoce dell'Ufficio Nazionale di Statistica Sheng Laiyun ha minimizzato le preoccupazioni: "Ci sono alcuni fattori che stanno innescando un aumento dei prezzi, ma ce ne sono altri che ne provocano il rallentamento, e ritengo che siano più numerosi. Sul fronte industriale, negli ultimi tre mesi la crescita è fluttuata tra il 13% e il 14%, e riteniamo che questo sia un segnale del fatto che la crescita economica è passata da una fase eccessivamente veloce ad un periodo di maggiore stabilità".
Nel mese di agosto tutti i 39 comparti industriali hanno assistito ad una crescita anno su anno, dal tessile (+11.6%) al chimico (+12.9%), fino al meccanico comune (+20.1%) e a quello per trasporti (+16.6%); aumentano anche le vendite al dettaglio (+18.4%; una crescita più veloce rispetto al +17.9% di luglio) fino a un totale di 1257 miliardi di yuan (quasi 145 miliardi di euro), una crescita che secondo l'Ufficio Nazionale di Statistica si motiva grazie a risultati migliori del previsto nel settore automobilistico. I dati diffusi venerdì avevano già mostrato un assottigliamento del surplus commerciale cinese che, grazie a un aumento dell'import e a un calo dell'export, ad agosto è sceso a quota 20 miliardi di dollari dopo i 28.7 miliardi registrati in luglio, record assoluto degli ultimi 18 mesi. Le misure messe in campo contro la speculazione edilizia, infine, sembrano iniziare a dare i primi, timidi frutti: il mese scorso i prezzi delle proprietà nelle 70 principali città cinesi sono aumentati del 9.3% rispetto allo stesso periodo del 2009, rimanendo quindi sostanzialmente invariati rispetto a luglio. Ma il risultato non è ancora soddisfacente, e Pechino potrebbe presto varare nuove politiche per raffreddare un settore in ebollizione come quello del real estate, capace secondo molti osservatori e analisti di causare lo scoppio di una bolla speculativa: "C'è preoccupazione sui nuovi provvedimenti restrittivi che potrebbero essere messi in atto dal governo,- ha dichiarato Wang Zheng, capo ufficio investimenti della Jingxi Investment Management Co. di Shanghai- perché un rallentamento degli aumenti non è ancora abbastanza. L'obiettivo finale è un calo dei prezzi".
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