Più spazio alle azioni, meno ai titoli di Stato
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Più spazio alle azioni, meno ai titoli di Stato

Più spazio alle azioni, meno ai titoli di Stato

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Tornare cautamente all'azionario, alleggerendo con decisione l'esposizione sui titoli di Stato, in particolare esteri. Questo, in sintesi, il consiglio di allocazione di portafoglio di Maurizio Vitolo, amministratore delegato di Consultinvest. «La nostra strategia di medio termine – spiega Vitolo – si fonda sulla convinzione che le Borse si muovano intorno a minimi di lungo periodo e che pertanto, a differenza del passato, si trovino in condizioni sufficientemente solide per consentire un cauto, ma progressivo ritorno all'investimento azionario».
Questo non solo spiega il moderato sovrappeso alla quota di rischio, ma anche quello sulla liquidità, «così da avere riserve disponibili - dice Vitolo - per aumentare ulteriormente l'esposizione sugli strumenti più promettenti nel caso in cui si presentassero nuove buone opportunità d'acquisto». Vitolo è invece negativo sull'investimento in titoli di Stato, «perché potrebbero conoscere in tempi brevi una repentina risalita dei rendimenti, come in parte si sta già iniziando a vedere negli Stati Uniti».
In questo comparto un'eccezione è quella dei titoli di Stato italiani, «penalizzati da un premio per il rischio eccessivamente alto». Analogamente eccessivo pare a Vitolo il premio per il rischio scontato dai corporate bond, soprattutto di quelli a più elevato grado di merito, da acquistare tuttavia solo dopo ttenta analisi su ciascun titolo.
Nell'ambito di una valutazione sostanzialmente positiva delle prospettive di medio termine per l'azionario, il consiglio di Vitolo è di sovrappesare soprattutto la Borsa Usa e gli emergenti Cina, India e Brasile. «Per un verso – dice Vitolo – attendiamo che la ripresa del ciclo economico globale parta dagli Usa, svolgendo una funzione di volano principalmente sulle Borse Usa; per l'altro, ci aspettiamo un repentino aumento dei prezzi delle materie prime, che non mancherà di riverberarsi sui mercati più solidi dei Paesi esportatori, tra cui innanzitutto il Brasile».
Vitolo considera invece particolarmente rischiose la Borsa inglese e giapponese: «La prima, per il peso che vi hanno i titoli finanziari, non ancora del tutto fuori dalla buriana; e la seconda, a causa dell'importanza che vi giocano le esportazioni verso gli Usa. Esportazioni, che tenderanno a essere penalizzate dalla politica del dollaro debole, necessaria agli Stati Uniti per cercare di contenere gli esplosivi squilibri di bilancia corrente».
In termini settoriali, le preferenze di Vitolo vanno alle azioni petrolifere e delle materie prime, «per le attese di deciso rialzo dei prezzi nel breve termine»; nonché ai titoli ciclici, in particolare industriali e tecnologici. «Ci aspettiamo, infatti – dice Vitolo – che la ripresa parta da un recupero degli investimenti, favorito dai bassi tassi di interesse».
Vitolo consiglia infine di sottopesare i titoli che hanno resistito meglio al crollo delle Borse nell'ultimo anno e mezzo e che, pertanto, hanno minori margini di apprezzamento nei prossimi mesi: in particolare, farmaceutici, beni di consumo non ciclici.
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04/04/2009
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