People's Daily: nuove critiche a sanzioni Iran

People's Daily: nuove  critiche a sanzioni Iran

di Antonio Talia

Pechino, 3 feb- La Cina torna a scagliarsi contro le sanzioni internazionali applicate all'Iran: in un editoriale pubblicato venerdì sul "People's Daily", Pechino dà voce a tutti i suoi timori sui danni che un aggravamento della crisi iraniana provocherebbe all'economia globale.

 

"L'economia mondiale si trova nel mezzo di una difficile ripresa, e la riduzione degli shock e delle incertezze rappresenta una responsabilità comune a tutte le nazioni" scrive il People's Daily.

 

"L'acuirsi delle tensioni tra Stati Uniti e Cina costituisce il pericolo peggiore nel breve periodo. Questi contrasti stanno scuotendo il mercato dell'energia e proiettano un'ombra sulla ripresa economica globale".

 

La tempistica e la firma dell'editoriale hanno un preciso significato politico: giovedì -primo giorno della sua visita in Cina- il Cancelliere tedesco Angela Merkel aveva nuovamente sollevato il dossier Teheran davanti alla leadership cinese, auspicando maggiori pressioni di Pechino sul regime degli ayatollah.

 

Ma l'articolo di venerdì non lascia spazio a molte interpretazioni: non solo è apparso sul quotidiano-portavoce del Partito Comunista Cinese, ma la firma "中声", "Zhong Sheng" ("Voce del Mezzo", ma anche "Voce della Cina") è quella che tradizionalmente esprime la linea politica dei massimi livelli del governo di Pechino.

 

La Cina dissente da mesi dalla posizione occidentale sul dossier Teheran: per Pechino, l'Iran ha diritto a sviluppare un programma nucleare –purché pacifico- e i contrasti vanno ricomposti attraverso la via diplomatica, senza applicare sanzioni.

 

L'escalation di tensioni sul programma nucleare iraniano –tra le sanzioni di Usa e Ue e le minacce di Teheran di bloccare lo Stretto di Hormuz, transito cruciale per il trasporto del greggio- ha provocato un aumento del 9% del prezzo del petrolio da metà dicembre ad oggi. Un danno notevole per la Cina, che da sola acquista circa il 20% delle risorse energetiche della repubblica islamica ed è il secondo importatore di greggio al mondo.

 

Ma se la questione energetica è un tema chiave, le sanzioni decise a fine dicembre da Barack Obama possono creare disagi a Pechino anche su altri fronti, perché colpiscono le società che fanno affari con la Banca centrale di Teheran precludendo loro l'accesso al mercato statunitense: secondo un dato diffuso ormai due anni fa dal regime degli ayatollah –e sempre smentito dalla Cina- per l'Iran il Dragone è ormai il primo partner commerciale. 

 

Nei colloqui di giovedì con Angela Merkel il premier Wen Jiabao aveva nuovamente invitato le nazioni occidentali a non caricare di significati politici le "normali relazioni economiche" che Pechino intrattiene con Teheran.
Adesso, con l'editoriale del People's Daily, la linea politica della Cina riceve un'ulteriore conferma.



 

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