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È una svolta: la quota della valuta statunitense è sempre stata relativamente stabile, e compresa tra il 60 e il 70 per cento del totale. Non è chiaro però se la manovra rappresenti una vera ristrutturazione del portafoglio legata a scelte strategiche di politica valutaria o, più semplicemente, il semplice desiderio di sfruttare i più interessanti rendimenti di molti titoli europei, per i quali la Cina ha esplicitamente ammesso il suo interesse. (R.Sor.)
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22/06/2011
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