Pechino, 17 mar. – La seconda metà di aprile si avvicina, e per quella data il governo USA potrebbe decidere di bollare la Cina come un "manipolatore di valuta" nel rapporto semestrale presentato dal Tesoro, assestando un ulteriore colpo alle relazioni sino-americane, già messe a dura prova negli ultimi mesi. Pechino corre ai ripari: il portavoce del ministero del Commercio Yao Jian ha dichiarato che alcune multinazionali a stelle e strisce hanno già svolto un'azione di lobbying contro le recenti restrizioni alle importazioni del Dragone in America, e che spera che il loro numero aumenti: "Speriamo che le compagnie americane esprimano il loro punto di vista al governo americano - ha detto Yao - per promuovere insieme il commercio globale e opporci insieme al protezionismo". Il richiamo di Yao arriva nel momento in cui la Cina affronta pressioni fortissime per un apprezzamento della sua valuta. Un gruppo di senatori statunitensi sta per chiedere all'amministrazione Obama di identificare le nazioni "con una valuta fortemente sottostimata" e di prendere provvedimenti come l'esclusione di tali paesi dagli appalti promossi dal governo USA. "La manipolazione della valuta esercitata dalla Cina è inaccettabile anche in tempi normali - ha dichiarato il senatore Chuck Schumer - ma in un periodo in cui la disoccupazione è al 10%, non possiamo semplicemente sopportarla". "Il renminbi non è sottovalutato - aveva dichiarato aspramente il premier Wen Jiabao domenica scorsa durante la chiusura dell'Assemblea Popolare Nazionale - e i paesi che chiedono un apprezzamento stanno applicando una forma di protezionismo". Lo yuan cinese, una moneta non convertibile, è stato di fatto di nuovo ancorato al dollaro nella prima metà del 2008, alle prime avvisaglie della crisi, dopo un periodo in cui la valuta era stata lasciata fluttuare entro parametri ben definiti. "Credo che, alla fine, la Cina deciderà per tempo che è nel suo interesse procedere verso un tasso di cambio più flessibile" ha detto il segretario del Tesoro Timothy Geithner in un'intervista rilasciata a Fox News. Barack Obama aveva reiterato le pressioni la scorsa settimana, sostenendo che uno yuan più forte "è una delle chiavi per la ripresa economica mondiale".