Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 1 ago. - La centrale nucleare di Hinkely Point divide Cina e Gran Bretagna. La Cina non tollererà "accuse indesiderate" sui propri investimenti nel Regno Unito, scrive oggi l'agenzia Xinhua in un editoriale, dopo il rinvio a sorpresa del nuovo governo di Theresa May sul via libera al nuovo impianto, la prima centrale nucleare in Gran Bretagna negli ultimi decenni. La decisione finale su Hinkley Point sarà presa entro l'inizio dell'autunno e China General Nuclear Corporation - gruppo di punta del nucleare cinese coinvolto nel progetto assieme alla francese Edf - aveva reso noto venerdì scorso di rispettare la scelta di Londra su un tema così delicato. Il nucleare cinese è "sicuro, affidabile e sostenibile" aveva rassicurato Cgn in una nota.
A scatenare la reazione dell'agenzia Xinhua sarebbero, però, i dubbi di esperti e uomini vicini al nuovo esecutivo britannico sulla possibilità che gli investimenti nella centrale provenienti da Pechino possano nascondere forti insidie per la Gran Bretagna. Molte perplessità circondano le reali intenzioni dell'interesse cinese per la centrale, e le ipotesi più estreme alimentano i timori di una possibile infiltrazione cinese nei server dell'impianto con il rischio che la Cina possa decidere di chiudere i rubinetti dell'energia a proprio piacimento. In sostanza, Londra teme di lasciare la strada aperta al cyber-spionaggio cinese. La Cina comprende le riserve del nuovo governo, ha spiegato la Xinhua, ma "quello che non riesce a capire è l'approccio sospettoso all'investimento cinese nel rinvio" al progetto. L'agenzia di stampa ufficiale cinese affonda poi il colpo. "Per un regno che cerca di tirarsi fuori dalle conseguenze della Brexit, l'apertura è la chiave di volta".
L'interesse cinese verso la centrale di Hinkley Pint si era concretizzato nell'ottobre dello scorso anno, durante la visita del presidente Xi Jinping nel Regno Unito. Assieme all'ex premier britannico, David Cameron, Cina e Gran Bretagna avevano inaugurato una nuova "era dorata" nelle relazioni tra Pechino e Londra, di cui la cooperazione nel nucleare doveva essere uno dei fiori all'occhiello. Al di là dei sospetti, i dubbi britannici sulla centrale riguardano anche la nuova situazione che si è creata sui mercati, tra cui il calo dei prezzi dell'energia, che fa sembrare agli analisti "molto caro" lo sviluppo del progetto da 18 miliardi di sterline nel Somerset.
In molti già si chiedono se non ci siano alternative più economiche o se non sia possibile rinegoziare l'accordo, anche a costo di fare storcere il naso a Pechino e di fare perdere credibilità a Londra come partner commerciale post-Brexit. Anche in occasione dell'ultimo G20 finanziario, a Chengdu, nel sud-ovest della Cina, il ministro delle Finanze britannico, Philip Hammond, aveva cercato di rassicurare i suoi colleghi dei Paesi membri: la Gran Bretagna rimane "aperta agli affari", aveva dichiarato, anche dopo il referendum che ha sancito la volontà degli elettori di uscire dall'Unione Europea. La diffidenza britannica sulla vicenda di Hinkley Point corre, però, il rischio di mettere a dura prova l'intesa tra Pechino e Londra. "La Cina può attendere che un razionale governo britannico prenda decisioni responsabili - conclude l'editoriale dell'agenzia Xinhua - ma non può tollerare qualsiasi accusa indesiderata contro la sincera e benevole volontà di cooperazione bilaterale".
01AGOSTO 2016
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