Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 8 set. - La sentenza della Corte Permanente di Arbitrato dell'Aia del 12 luglio scorso è "vincolante" ed è servita a "chiarire i diritti marittimi nella regione" del Mare Cinese Meridionale. Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, durante un summit dei Paesi asiatici, che si svolge in questi giorni a Vientiane, in Laos. La sentenza negava ogni diritto storico alla Cina sul Mare Cinese Meridionale, e Pechino, che non ha partecipato all'arbitrato, ha respinto la sentenza defininendola "una farsa politica".
Nel vertice Asean, la sigla che racchiude le economie del sud-est asiatico, sono stati utilizzati toni lievi sul tema delle rivendicazioni territoriali di Pechino nel Mare Cinese Meridionale: in un comunicato emesso al termine del meeting, i Paesi membri sottolineano l'importanza di "mantenere la pace e la stabilità", e durante il summit sono emerse le "preoccupazioni espresse da alcuni leader" sulle rivendicazioni territoriali e sulla "escalation di attività nell'area", ma non viene fatta menzione diretta della disputa territoriale tra Cina e Filippine su alcune isole del Mare Cinese Meridionale.
Ieri, la Cina e i Paesi del sud-est asiatico avevano raggiunto un accordo per l'istituzione di una hot line per evitare incidenti militari nel Mare Cinese Meridionale, e in un comunicato emesso in tarda serata, Pechino aveva sottolineato la necessità di "dissipare le interferenze" nel Mare Cinese Meridionale, in un velato richiamo al ruolo degli Stati Uniti nella regione. I rapporti tra Manila e Pechino sono ancora tesi: ieri, il governo filippino aveva diffuso le immagini di nuove incursioni di navi cinesi nel Mare Cinese Meridionale e si è detto "fortemente preoccupato" della possibilità che la Cina stia continuando con le attività di ampliamento a scopo militare di alcune isole contese con Manila.
07 SETTEMBRE 2016
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