Pechino, 28 luglio - Riflettori puntati e silenzio in sala, va in scena il Sino - U.S. Strategic and Economic Dialogue: il vertice Cina - Stati Uniti, avviato sotto la presidenza Bush, si arricchisce di nuovi significati in tempi di crisi e con l'amministrazione Obama al timone. La due giorni di Washington costituisce il primo incontro di alto livello tra Barack Obama e i funzionari del governo cinese e la scelta di includere - oltre al segretario del Tesoro Timothy Geithner - anche il segretario di Stato Hillary Clinton, testimonia la volontà di allargare lo spettro delle discussioni rispetto alle edizioni precedenti. Ma se come argomenti all'ordine del giorno ci sono tanto la cooperazione in campo ambientale che quella in materia di sicurezza (con Iran e Corea del Nord come tasti dolenti), al centro di tutto c'è ancora una volta l'economia: secondo il Tesoro USA, in particolare, si discute di come la crisi abbia mutato il volto dell'economia americana e, di conseguenza, della fine di un modello cinese dedito esclusivamente alle esportazioni. "C'è molto accordo sul fatto che, se Pechino vuole continuare a crescere, non può farlo esclusivamente esportando negli USA, e deve invece fare leva sulla domanda interna" ha dichiarato David Loevinger, uno dei funzionari del Tesoro. Sul fronte cinese, la missione capitanata dal consigliere di Stato Dai Bingguo (massima carica di governo nella gestione degli affari internazionali) e dal vice premier Wang Qishan potrà esprimere agli americani tutte le preoccupazioni sull'aumento del deficit di bilancio statunitense – stimato per il 2009 intorno ai 1085 miliardi di dollari - che potrebbe accendere l'inflazione o condurre a un crollo del dollaro. Questa eventualità, in particolare, è stata oggetto di continue raccomandazioni fin dal marzo scorso, quando il premier Wen Jiabao aveva invitato l'America a "proteggere gli investimenti cinesi", un chiaro riferimento all'enorme fetta di debito pubblico USA detenuto dalla Cina, che Pechino continua ad acquistare proprio per proteggere i suoi interessi. Nessun riferimento diretto all'apprezzamento dello yuan, che lo stesso Geithner ritiene sottostimato e fonte di vantaggio per i commerci cinesi: fonti del Tesoro ritengono che premere sulla questione, al momento, sia meno importante, soprattutto perché il gap commerciale con gli USA si sta riducendo. Osservatori di entrambi i paesi ritengono che il forum non possa produrre effetti immediati ma se, come ha dichiarato Obama, "la relazione tra Stati Uniti e Cina darà forma al XXI secolo", il consolidamento di questo canale preferenziale di discussione costituirebbe già un successo. In attesa del secondo round, nel novembre prossimo, quando il presidente degli Stati Uniti sarà in visita a Pechino.