Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 9 set. - La Cina ha dichiarato la propria "risoluta opposizione" al test nucleare nord-coreano, il quinto in assoluto e il più potente mai condotto da Pyongyang, ma le posizioni di Pechino sulla Corea del Nord sono oggi segnate dalla aperta contrarietà alla decisione della Corea del Sud di schierare sul proprio territorio, entro la fine del 2017, il Thaad con l'aiuto degli Stati Uniti per contenere la minaccia nord-coreana. La scelta di Seul di installare il sistema anti-missilistico Terminal High-Altitude Area Defense (Thaad) "danneggia le relazioni" con Pechino, aveva affermato poche settimane dopo l'annuncio sud-coreano il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, durante un incontro in Laos con il suo omologo di Seul, Yun Byung-se. Come contro-iniziativa, a fine luglio scorso, il Ministero della Difesa cinese aveva annunciato di avere in fase di preparazione un proprio sistema anti-missilistico "non rivolto contro alcun Paese specifico" e che "non comporterà danni alla stabilità strategica internazionale".
Pechino vuole che la denuclearizzazione della Corea del Nord avvenga tramite il ritorno dei colloqui a sei, interrotti anni fa, e teme che l'installazione del sistema anti-missilistico in Corea del Sud possa comportare danni al sistema di sicurezza cinese. La posizione ufficiale sulla Corea del Nord è stata ribadita in più occasioni, ma gli atteggiamenti sempre più aggressivi di Pyongyang, che quest'anno ha condotto finora due test nucleari, sono causa di frustrazione per la Cina. Pechino intende "mantenere la stabilità regionale" nella penisola coreana, come dichiarato dal presidente cinese, Xi Jinping, all'alto diplomatico nord-coreano Ri Su-yong, in visita in Cina a giugno, ma la posizione sul programma nucleare di Pyongyang è "coerente e chiara", ha poi aggiunto Xi. L'incontro con Ri seguiva di poche settimane il Congresso del Partito dei Lavoratori della Corea del Nord, il primo dal 1980, che ha consolidato il potere di Kim Jong-un a capo del partito, con il ruolo di presidente. Xi non ha mai incontrato Kim, anche se ha inviato un messaggio di congratulazioni al leader di Pyongyang dopo la nomina.
L'insofferenza di Pechino traspare dai comunicati del Ministero degli Esteri, come quello emesso oggi, di condanna dei test nucleari e dalla decisione di indire ad aprile scorso un embargo contro l'importazione di materie prime provenienti da Pyongyang e l'esportazione di carburante per aerei e altri derivati del petrolio che potrebbero essere usati anche per alimentare il programma nucleare nord-coreano. Ancora più frustrante e fonte di imbarazzo è stato, lunedì scorso, al secondo giorno di lavori del G20 di Hangzhou, nella Cina orientale, la decisione di Pyongyang di sparare tre missili balistici a media gittata, caduti sul Mare del Giappone, mentre in Cina si trovavano il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, e la presidente sud-coreana, Park Geun-hye, ospiti di Xi Jinping per il summit del gruppo delle venti maggiori economie del pianeta. Proprio in quelle ore il presidente cinese incontrava la presidente sud-coreana, Park Geun-hye: la Cina, aveva detto, vuole riportare i rapporti con la Corea del Sud "sul giusto binario", e "gestire male la situazione" della Corea del Nord "non porta alla stabilità nella regione e potrebbe intensificare gli attriti". L'incontro bilaterale tra i due leader ha mostrato, però, un chiaro impasse sulla linea da adottare nei confronti di Pyongyang: la presidente sudcoreana ha chiesto al presidente cinese di esercitare la propria influenza sulla Corea del Nord per evitare il ripetersi delle dimostrazioni di forza di Pyongyang. Senza la minaccia missilistica e nucleare della Corea del Nord, ha spiegato Park a Xi, non ci sarebbe bisogno di installare il Thaad.
09 SETTEMBRE 2016
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