di Alessandra Spalletta
Pechino, 15 ott. - Mancano pochi giorni all'apertura del Congresso del Partito Comunista Cinese, che sancirà il ricambio di gran parte della classe dirigente. Cinque dei sette membri della cerchia ristretta del potere dell'attuale Comitato Permanente dovranno lasciare il posto per raggiunti limiti di età, ovvero per avere oltrepassato i 67 anni. Tutti tranne il segretario generale, Xi, e il primo ministro, Li Keqiang. Oltre a loro, undici membri del Politburo dovranno lasciare il posto a nuovi dirigenti, sempre per lo stesso motivo. Il 18 ottobre, i 2287 delegati che giungeranno a Pechino avranno il compito di eleggere il nuovo Comitato Centrale, composto di duecento dirigenti. Non solo i giochi di potere, già chiusi e di cui sapremo a breve. Ma il futuro della Cina. Sono questi i temi sui quali ci si interroga.
Nacque a Pechino nel 1953. Il padre, Xi Zhongxun, fu leader della prima generazione: scelto da Mao Zedong come capo della propaganda, divenne vice premier della Repubblica Popolare Cinese, fondata dai comunisti dopo anni di guerra, nel 1949. Al padre di Xi, beffardo fu il destino nella Cina maoista: seppur fervente comunista, esponente dell'ala riformista, venne epurato durante la Rivoluzione Culturale (1966-76). Nel 1969, Xi compiva quindici anni e veniva spedito, come altri 18milioni di cinesi, nelle lontane e poverissime campagne, a rieducarsi. Trascorse sette anni in un villaggio rurale, dormendo in una grotta, nella provincia nordoccidentale dello Shaanxi. Oggi Liangjiahe è meta di pellegrinaggio, con la stessa aura di sacralità che circonda il villaggio natio di Mao, Shaoshan.
La biografia ufficiale risulta impreziosita di dettagli aneddotici, a sottolineare come la dura vita del villaggio forgiò il carattere di colui che la storia avrebbe scelto molti anni dopo per guidare la Cina. Umile, resiliente, vicino al Popolo giacché ne ha conosciuto le sofferenze. Il leader più potente dopo Mao. L' uomo solo al comando di cui molti temono oggi le derive dittatoriali. Allevava i maiali. Puliva i cessi. Faceva il contadino. Nel tempo libero leggeva – forse tutti ricordato la samizdat contro la censura maoista raccontata nel piccolo romanzo di Dai Sijie "Balzac e la piccola sarta cinese". Victor Hugo e Hernest Hemingway erano tra i suoi autori preferiti. Lesse "Il Capitale" di Karl Marx almeno tre volte. Forse non è un caso che appena salito al potere abbia esortato allo studio del pensiero marxista nelle scuole. CONTINUA A LEGGERE SU AGI
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