Pechino, 17 giu.- La tensione nel Mar Cinese Meridionale cresce di giorno in giorno: le Filippine hanno annunciato oggi che invieranno nelle acque contese la nave più importante della loro flotta militare, in risposta alla nave-pattuglia che ieri era salpata dalle coste cinesi diretta a Singapore, attraverso una rotta che lambisce la zona della crisi.
La nave filippina, la BRP Rajah Humabon, venne impiegata dagli Stati Uniti contro i sommergibili tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale: secondo quanto riportato dal quotidiano "Philippine Star" svolgerà compiti di pattugliamento attorno allo Scarborough Shoal, ai margini dell'area rivendicata da Pechino.
"La marina militare filippina conduce regolarmente missioni di pattugliamento offshore, e questa non deve essere collegata allo schieramento della nave cinese" ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa filippino Eduardo Batac.
Ma in realtà gli sfoggi di muscoli nel Mar Cinese Meridionale sono ormai diventati all'ordine del giorno: Pechino ha reso noto oggi di aver dato il via a una tre giorni di esercitazioni militari che ha visto impiegate 14 navi nelle acque vicino all'isola di Hainan, in territorio cinese. Le manovre, già terminate, includevano anche esercitazioni anti-sottomarini e sbarchi di truppe sulla terraferma, ed erano intese alla "difesa degli atolli e alla protezione delle tratte marittime". Secondo quanto annunciato oggi dal quotidiano China Daily, inoltre, il personale della China Maritime Surveillance verrà aumentato fino a contare 15mila uomini contro i 9mila attuali entro il 2020, e la flotta verrà incrementata fino a 520 imbarcazioni entro la stessa data.
Contemporaneamente anche Taiwan - l'isola che si proclama indipendente, ma che per Pechino è parte integrante del proprio territorio - ha annunciato che questa settimana procederà con le annunciate esercitazioni nell'isola di Taiping, la più grande delle Isole Spratly, l'arcipelago nel cuore dell'area contesa.
Venerdì scorso, invece, era stato il turno del Vietnam, che aveva condotto tre giorni di esercitazioni suscitando una dura reazione verbale da parte della Cina.
Il Mar Cinese Meridionale è al centro di una complessa disputa territoriale che vede coinvolti Cina, Vietnam, Filippine, Taiwan, Brunei e Malaysia, tutti impegnati a rivendicare in tutto o in parte le acque intorno alle Isole Paracel e alle Isole Spratly, un pugno di scogli disabitati ma - secondo diverse esplorazioni - ricchi di risorse energetiche. La Cina proclama la sua sovranità sull'intero Mar Cinese Meridionale, e tenta da tempo di gestire le controversie una per una con i singoli stati, anziché impegnarsi in negoziati multilaterali.
Negli ultimi mesi una serie d'incidenti ha nuovamente riacceso le dispute. Il 9 giugno scorso Hanoi aveva denunciato la condotta di una nave cinese, colpevoli – secondo la versione fornita - di avere sconfinato nel tentativo di tranciare i cavi di esplorazione posti ad alta profondità da una nave vietnamita. Rimasto intrappolato, l'equipaggio cinese aveva richiamato sul posto altre due navi di Pechino, che avevano circondato la nave vietnamita.
All'inizio di marzo si erano verificati incidenti simili con le Filippine: una nave che stava conducendo esplorazioni in un'area contesa nella Reed Bank, al largo delle Isole Spratly, era stata circondata da due imbarcazioni militari cinesi; Manila aveva reagito inviando alcuni aerei nella zona. Le Filippine hanno lamentato negli ultimi mesi almeno cinque sconfinamenti, e sia Manila che Hanoi hanno espresso lamentele formali all'ONU.
Infine, c'è la posizione degli Stati Uniti, che lo scorso anno avevano già ribadito l'interesse nazionale alla libera circolazione nell'area per bocca del segretario di Stato Hillary Clinton: Washigton pattuglia le acque dell'area Asia-Pacifico dalla Seconda Guerra Mondiale ed è alleata della Thailandia e delle Filippine, oltre ad essere legata a Taiwan da un trattato che la vincola a tutelarne la difesa. La portaerei statunitense George Washington è "in servizio di pattugliamento di routine nel Pacifico Occidentale" ha dichiarato ieri il portavoce della marina militare statunitense Jeff Davis, senza fornire dettagli sulla rotta della missione. "Il Mar Cinese Meridionale rappresenta acque internazionali, e ci transitiamo abitualmente - ha aggiunto Davis -, la George Washington è stata in quelle acque molte volte nel passato e continuerà a transitarvi in futuro".
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