Pechino, 27 mag.- Cadono le accuse a carico di Unilever: la società europea rea di aver annunciato qualche settimana fa un rincaro dei prezzi di alcuni generi alimentari non subirà ripercussioni penali. Lo ha fatto sapere la stessa Commissione Nazionale Sviluppo e Riforme (NDRC) che all'inizio del mese aveva condannato il colosso anglo-inglese al pagamento di 2 milioni di yuan (211mila euro) (questo articolo). Secondo quanto aveva riferito il governo cinese, alcuni dirigenti di Unilever avevano violato l'ordine di evitare commenti sulla crescita dell'inflazione, rilasciando all'agenzia di stato Xinhua e ad alcuni quotidiani economici cinesi dichiarazioni sugli imminenti rincari di beni come spaghetti istantanei (popolarissimi in Cina), liquori e alcuni prodotti per l'igiene. Poi il dietrofront della Commissione: "Le società come Unilever hanno il diritto di decidere se aumentare i prezzi o meno. E' una loro decisione e noi non interferiremo" ha dichiarato Li Qing, funzionario della Commissione Nazionale Sviluppo e Riforme (NDRC).
Tuttavia, sottolinea la NDRC, il controllo sull'aumento dei prezzi dei beni di prima necessità resta la priorità di quest'anno di Pechino. "Dobbiamo fare qualsiasi cosa per arrestare l'inflazione, che rimane la nostra priorità per quest'anno - aveva detto ad aprile Wen Jiabao nel corso di una riunione operativa del Consiglio di Stato - e se non riusciremo ad applicare con successo tutte le politiche necessarie a controllare i prezzi, a lungo andare la credibilità del governo potrebbe scomparire" (questo articolo).
Da mesi la Banca centrale effettua operazioni per drenare l'eccessiva liquidità in circolazione nel sistema: da ottobre ad oggi People's Bank of China ha innalzato i tassi d'interesse quattro volte, mentre dal 2010 ad oggi i requisiti di riserva obbligatoria delle banche sono stati innalzati ben nove volte. I dati di aprile mostrano anche una certa efficacia dei provvedimenti adottati in questo senso, con i nuovi prestiti erogati dagli istituti di credito che registrano una flessione rispetto allo stesso mese dello scorso anno (20.8 miliardi di yuan in meno).
Ma nonostante le misure adottate, ad aprile l'inflazione ha registrato una flessione quasi impercettibile: l'indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 5.3%, contro il +5.4% di marzo.
La Redazione
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