Pechino, 5 ago.- Pechino procede verso una maggiore liberalizzazione del mercato dell'oro, mentre gli investimenti cinesi nel settore continuano ad aumentare: martedì scorso la Banca centrale ha annunciato un aumento del numero degli istituti di credito autorizzati a trattare l'oro su mercati internazionali e ha accennato alcune mosse per modificare la tassazione vigente. "La necessità di migliorare le politiche forex del mercato dell'oro è evidente" si legge nel comunicato ufficiale di People's Bank of China, e gli ultimi dati mostrano effettivamente una situazione in continua evoluzione: nel 2009 gli investitori cinesi hanno acquistato 73 tonnellate di lingotti, contro le 18 registrate nel 2007.
Gli analisti del settore ritengono che le nuove misure serviranno ad aumentare la liquidità nel mercato interno e a sostenere lo sviluppo di nuovi prodotti finanziari basati sull'oro: la Cina è il primo produttore al mondo e il secondo consumatore, dopo l'India; ma il mercato interno rimane ancora tutto sommato limitato, proprio a causa della mancanza di prodotti finanziari affidabili. Dopo l'annuncio cinese, a Londra il prezzo del lingotto è salito fino a 1,190 dollari ad oncia, dopo i magri risultati della settimana scorsa, con i prezzi più bassi registrati negli ultimi 3 mesi.
GMFS di Londra, leader nel mercato dei metalli preziosi, ha dichiarato recentemente che gli investitori cinesi "stanno accrescendo la loro ricchezza a ritmi velocissimi, e diversificano i loro asset puntando sull'oro per proteggersi dall'inflazione". Le nuove linee per il mercato dell'oro fanno parte di una serie di politiche generali per una maggiore internazionalizzazione del sistema bancario cinese: nell'ultimo anno, infatti, sono stati estesi i programmi per fissare in renminbi i prezzi degli scambi internazionali con alcuni paesi confinanti e alcune restrizioni su prodotti finanziari denominati in renminbi presso il mercato di Hong Kong sono state sollevate.
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