Pechino, 15 lug. – La Cina conquista una crescita economica a due cifre anche nel periodo aprile-giugno, ma con ritmi più contenuti rispetto ai primi tre mesi dell'anno: i dati ufficiali diffusi oggi dall'Ufficio Nazionale di Statistica mostrano un +10,3% nel secondo trimestre 2010, un rallentamento cospicuo in confronto al +11,9% del periodo gennaio-marzo, e anche superiore alle previsioni del +10,5% .Giù l'inflazione (+2,9% a giugno,contro il +3,1% del mese precedente), mentre rallentano anche produzione industriale (+13,7% a giugno contro il +16,5% di maggio) e vendite al dettaglio (+18,3% contro +18,7%), e i prezzi della produzione crescono del 6,4% contro il +7,1% di maggio. Complessivamente, nei primi sei mesi di quest'anno, l'economia del Dragone è cresciuta dell'11,1%. La frenata era stata pianificata dal governo: tutte le mosse degli ultimi mesi –dalle limitazioni applicate al settore immobiliare a quelle imposte alle amministrazioni locali – avevano l'obiettivo di evitare un surriscaldamento dell'economia, dopo la cifra record di 9.590 miliardi di yuan di nuovi prestiti erogati l'anno scorso dagli istituti di credito cinese per contrastare la crisi globale. "I dati economici sono generalmente in linea con le aspettative – ha dichiarato all'agenzia Reuters l'economista di Royal Bank Of Scotland a Hong Kong Brian Jackson – e confermano che la ripresa cinese rallenta rispetto al ritmo forsennato del primo trimestre, ma si mantiene comunque relativamente solida". E mentre altri analisti sottolineano che una leggera frenata negli investimenti in immobilizzazioni (+25,5% a giugno contro il +25,9% a maggio) comporterà probabilmente un calo della domanda di commodities a livello globale, l'autorevole quotidiano ufficiale China Securities Journal pubblica un editoriale nel quale mette in guardia contro l'applicazione di ulteriori politiche restrittive, per evitare rallentamenti più pesanti nel resto dell'anno: "Nella seconda metà del 2010, la domanda dall'estero si ridurrà gradualmente e calerà anche il dividendo del surplus commerciale – si legge nell'articolo – una situazione che richiede un aumento della spesa sociale e uno stop alle misure restrittive tanto sul fronte fiscale che su quello monetario". I mercati finanziari si stanno mostrando nervosi sull'eventualità che il governo abbia applicato misure di contenimento troppo drastiche all'economia che ha conseguito i risultati migliori nella temperie della crisi globale: l'anno scorso la Cina è diventata il primo partner commerciale di Brasile, India e Sudafrica, e le esportazioni del settore meccanico da Berlino a Pechino sono in pieno boom. A differenza di altre nazioni asiatiche, inoltre, quest'anno la Cina non ha ancora aumentato i tassi d'interesse. Molti analisti si aspettano che nei primi sei mesi dell'anno, a differenza delle economie occidentali altamente indebitate, le finanze del governo cinese riescano a conseguire un consistente surplus.
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