Roma, 18 mag.- Dalla strada al gotha del potere economico, fino al carcere. E' la parabola di Huang Guangyu, fondatore della popolare catena di elettrodomestici Gome, che sconterà i prossimi quattordici anni in carcere con l'accusa di corruzione. Alla reclusione il tribunale di Pechino ha poi aggiunto sanzioni per 60 milioni di euro e una confisca di beni del valore di oltre 20 milioni di euro. E il giro di tangenti ha coinvolto anche funzionari statali, l'ex sindaco della città di Shenzhen, funzionari della polizia e un ex vice ministro della pubblica sicurezza.
Nel 2008 Huang è stato incoronato dalla rivista Hurun Report come l'uomo più ricco della Cina con un patrimonio totale di oltre 5 miliardi di euro. Ma la sua carriera è iniziata dal basso, o meglio, dalle strade di Pechino dove Huang iniziò come venditore ambulante di elettrodomestici che comprava dalle fabbriche del Guandong, sua provincia natale. Nel 1987 fondò GOME (chiamato anche dai cinesi "il macellaio dei prezzi" per via dei bassi costi dei prodotti) che attualmente arriva a contare ben 1200 negozi in 200 città.
Ma il curriculum di Huang non è così brillante come sembra e sull'imperatore degli elettrodomestici pendono diverse accuse: nel 2008, un mese dopo la classifica di Hurun, fu a lungo indagato e trattenuto dalla polizia perché accusato di aver corrotto tra il 2006 e il 2008 cinque funzionari del governo con tangenti in denaro, immobili e azioni provenienti dalla GOME e dalla Pengrun, un'impresa di costruzioni di Pechino quotata in borsa cui faceva capo lo stesso Huang. Le indagini hanno procurato a Huang il 'divorzio' dalla società che aveva creato: nel tentativo di separarsi dal suo fondatore, GOME ha cambiato logo, ha eletto un nuovo presidente e, lo scorso giugno, ha venduto il 25 % delle azioni alla società americana Bain Capital la quale ha investito nel "Macellaio dei prezzi" 417 milioni di dollari (oltre 335 milioni di euro) in share-holding e obbligazioni convertibili. Secondo la Thomson One Analytics alla fine del 2009 Huang Guangyu deteneva ancora un terzo del pacchetto azionario della GOME, per un valore complessivo di 1.9 miliardi di dollari.
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