Pechino, 26 ott.- E' un Giorgio Napolitano emozionato quello che ha iniziato presso la 'Sala Pechino' della Assemblea Nazionale del Popolo il colloquio con il Presidente della Repubblica Popolare Cinese Hu Jintao. "Non le nascondo, signor Presidente, la grande emozione per quella che ritengo essere tra le missioni più importanti del mio mandato - ha affermato il presidente della Repubblica italiana. L'emozione e' dettata da quello che ha rappresentato per la mia generazione la Cina dal 1949 in poi". Parole di apprezzamento sono arrivate anche dal capo di stato cinese: "Signor presidente, lei e' un politico lungimirante - ha detto Hu Jintao -, che ha prestato da sempre interesse ai rapporti sino-italiani, ha guardato positivamente allo sviluppo della Cina. Spero che questa visita possa segnare un nuovo capitolo delle relazioni sino-italiane e promuovere i rapporti di partenariato strategico Cina-Italia a livello più alto. Vorrei scambiare vedute in modo approfondito con lei su tutti gli argomenti di interesse comune". E tra i principali "temi di interesse comune" di sicuro c'è quello economico che, appare ovvio, non può più essere affrontato senza considerare il ruolo del Dragone. Quando la grave crisi finanziaria del 2008 si e' abbattuta sul mondo industrializzato - ha dichiarato Napolitano - la Cina e' stata locomotiva dell'economia mondiale. "Con i tassi di sviluppo 'stellari' che ha mantenuto, la Cina contemporanea - ha detto ancora Napolitano -, ricopre un ruolo che, in passate crisi, ricadde su Paesi industriali maturi come la Germania, gli Stati Uniti, il Giappone". Dalla crisi la Cina non solo ne è uscita indenne, ma è riuscita a rivoluzionare l'assetto economico globale acquisendo una centralità che non può essere ignorata. E' "anacronistica" la riluttanza a riconoscere "la realtà della Cina come economia di mercato" ha dichiarato ancora il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha assicurato a Pechino il massimo sostegno da parte del governo italiano. Il riferimento è al riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina da parte dell'Unione Europea, uno status che garantirebbe a Pechino, secondo le regole Wto, una serie di vantaggi negli scambi commerciali quali ad esempio minore vulnerabilità nelle procedure anti dumping.
E i progressi del Dragone non si misurano solo in termini economici: "Il cammino intrapreso dalla Cina sulla via della riforme politiche, del rafforzamento dello stato di diritto, del rispetto dei diritti umani, così come dell'apertura e liberalizzazione dei mercati e' di fondamentale importanza per una armoniosa integrazione in un sistema internazionale aperto e per una piena sintonia con l'Europa. Sono profondamente convinto che sia nell'interesse cinese portare avanti, in piena autonomia, questo processo". Restando sempre 'in Europa', il presidente ha l'importanza di rilanciare il dialogo tra Pechino e Bruxelles: "Recentissimamente, il dialogo bilaterale con Bruxelles non ha dato tutti i risultati che la Cina auspicava, la delusione e' comprensibile. La complessità delle istituzioni e delle procedure comunitarie può oscurare la grande visione politica della costruzione europea. Non e', tuttavia, possibile sottovalutare l'Europa". Il riferimento va al recente vertice Ue-Cina che si era concluso senza un chiaro accordo strategico.
La visita di Stato a Pechino di Napolitano non ha lasciato dunque grande spazio alle vicende italiane di cui il presidente non vuole discutere "a 8mila chilometri di distanza". Negli incontri di lunedì con il personale diplomatico dell'Ambasciata d'Italia e in un breve discorso rivolto alla comunità imprenditoriale tricolore Napolitano ha preferito parlare dell'importanza della Cina e del ruolo che l'Italia può giocare verso i paesi emergenti, sul doppio binario dei rapporti politici e di quelli economici. "Qui si gioca una parte importante del nostro futuro - ha detto Napolitano ai diplomatici italiani - e, al di là delle relazioni economiche e commerciali, tuttavia così rilevanti, è importante assicurare l'esercizio di un ruolo politico che all'Italia compete nell'ambito dell'Ue, in quanto grande paese con una sua tradizione di politica estera, una tradizione di continuità". Ma, sottotraccia, scorre comunque un richiamo alle diatribe interne di casa nostra, che Napolitano definisce "turbinose": "Per quanto nel nostro paese accadano sempre vicende turbinose - ha detto il presidente ai diplomatici - sappiate che per quanto riguarda le linee fondamentali della nostra politica estera c'è un largo consenso, un largo sostegno alle scelte che si vanno facendo; di questa linea di convergenza tra le forze politiche di maggioranza e di opposizione siamo testimoni io e il ministro degli Esteri Franco Frattini".
Per Napolitano, questo sforzo verso i paesi emergenti e verso la Cina, in particolare, rappresenta "un cambiamento degli equilibri mondiali" e "l'apertura di straordinarie opportunità". Opportunità che ricorrono anche nell'appello, quasi un'incitazione, rivolta agli imprenditori italiani in Cina: "Crescete e moltiplicatevi!" ha detto il Presidente della Repubblica, definendo "eccezionale" lo sforzo d'internazionalizzazione sostenuto dalle imprese italiane. Le rappresentazioni di una realtà politica "turbata da fibrillazioni e tensioni" sono "magari tendenziose", ha detto il Presidente; ma la capacità di iniziativa del nostro mondo imprenditoriale serve a bilanciarle. "Voi siete la testimonianza di come l'Italia, nonostante i problemi che abbiamo, non solo politici, ma relativi alla crescita della nostra stessa economia, appaia verso l'esterno una realtà dinamica". E anche nel breve discorso alle imprese ricorre il richiamo al futuro, per il quale la presenza italiana in Cina "fisica, di capitali e di progetti" rappresenta secondo Napolitano "una garanzia" e una "promessa di ulteriori sviluppi". Mercoledì il Presidente della Repubblica incontrerà il premier Wen Jiabao e il presidente dell'Assemblea Nazionale del Popolo. La visita di Stato di Napolitano in Cina si chiuderà il 30 ottobre prossimo, dopo le tappe di Shanghai, Macao e Hong Kong.
di Antonio Talia
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