Pechino, 7 giu.- Dai riflettori delle passerelle alle luci del museo. Per la "Louis Vuitton Voyage Exhibition" la maison francese ha scelto una location poco modaiola: il Museo Nazionale di Pechino. Ed è lì che borsoni da viaggio in tela e borse da donna in pelle – alcune delle quali risalenti al 1860 – si alternano ad antichi vasi di bronzo o di porcellana. Lo scopo della location è duplice: cementare la presenza del marchio in Cina arrivando direttamente al cuore e alle tasche dei consumatori più colti, sofisticati e, naturalmente, più ricchi. "Il museo conferisce solennità alla mostra – ha dichiarato Sam Mulligan, direttore della società Data Driven Marketing Asia -. Si respira un senso di longevità, di storicità e di professionalità, requisiti chiave per questo tipo di mercato". Sicura di aver imboccato la strada giusta, la casa di moda francese già prevede un vero e proprio boom di consumi.
E mentre il direttore del museo, Chen Lusheng, si augura che la mostra possa "ispirare l'industria cinese del design", sulle pagine del People's Daily, quotidiano ufficiale del partito comunista cinese, piovono critiche. Secondo il giornale, infatti, il museo ha fatto un passo falso accettando di sponsorizzare oggetti così commerciali. "Il Museo Nazionale non dovrebbe fare un minimo di cernita riguardo al materiale da esibire?".
Ma per Louis Vuitton, sono altri i problemi da affrontare nell'Impero di Mezzo. Secondo la società di consulenza PriceWaterhouseCoopers, i consumatori cinesi sono sì pronti a spender fior di quattrini pur di portare a casa un articolo di qualità – meglio ancora se di un brand occidentale -, ma si rivelano anche poco fedeli. "In questo momento Louis Vuitton è in testa alle preferenze dei cinesi, ma nei prossimi cinque potrebbe non esserlo più" spiega il direttore di China Market Research, Shaun Rein che aggiunge: "Dopo aver comprato Louis Vuitton e Gucci, non viene voglia di acquistare anche altre marche?
Ma i problemi della casa francese non finiscono qui. Lo scorso mese le autorità di Shanghai hanno ordinato lo smantellamento di una valigia alta 20 metri che campeggiava nel distretto della moda della città per violazione delle leggi nazionali che regolano l'utilizzo di cartelloni pubblicitari e la pubblicità outdoor.
di Sonia Montrella
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