di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 15 mar. - E' morto di cancro alla vescica l'ex numero due delle Forze Armate cinesi, Xu Caihou, 71 anni, che fino al novembre 2012 aveva ricoperto la carica di vice capo della Commissione Militare Centrale, il massimo organo decisionale dell'esercito cinese, al cui vertice siede il presidente e segretario generale del Pcc. Xu era stato espulso dal Partito nel giugno scorso per corruzione, e a ottobre aveva confessato di avere ricevuto "enormi tangenti" negli anni in cui era al vertice delle Forze Armate. La notizia è stata diffusa dall'agenzia Xinhua in cinese poco dopo la mezzanotte tra il 15 e il 16 marzo e confermata in un Tweet. Il suo era uno dei casi di più alto profilo nella lotta alla corruzione, assieme a quello di Zhou Yongkang, ex capo degli apparati di Pubblica Sicurezza, arrestato ed espulso dal Pcc il 5 dicembre scorso con accuse di corruzione, abuso di potere e violazione di segreto di Stato.
La notizia della morte di Xu coincide con la fine dei lavori dell'Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese, che si sono conclusi oggi con la conferenza stampa del primo ministro, Li Keqiang. Identificato come una delle "tigri" della corruzione cinese, Xu Caihou è stato uno dei più alti funzionari dell'esercito cinese a finire in disgrazia. La lotta alla corruzione, che in poco più di due anni ha visto indagati migliaia di funzionari politici a ogni livello, sta colpendo duramente anche le Forze Armate. Nei giorni scorsi erano state annunciate indagini nei confronti di 14 alti funzionari dell'El (Esercito di Liberazione Popolare), tra cui anche quella nei confronti di Guo Zhenggang, figlio di Guo Boxiong, anch'egli, come Xu, numero due delle Forze Armate fino al 2012 e oggi in pensione, alimentando le speculazioni che proprio Guo possa essere la prossima "tigre" della corruzione a essere colpita da indagini formali.
15 marzo 2015
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