Pechino, 9 set. - La Cina ha scarcerato l'"avvocato cieco" Chen Guangcheng, candidato al premio Nobel per la Pace per la sua denuncia degli aborti forzati nell'ambito della politica del figlio unico. Chen, che ha scontato la sua pena detentiva, resta però agli arresti domiciliari, hanno riferito alcune Ong. Chen, 38 anni, non vedente da quando era bambino, è un procuratore legale autodidatta che aveva aiutato i cittadini a denunciare i 7mila aborti e sterilizzazioni imposti dalle autorità per la pianificazione familiare nella provincia di Shandong, nella Cina orientale. Era stato condannato a quattro anni e tre mesi di carcere nell'agosto 2006 e ha scontato la sua pena nella città di Linyi. Al processo, criticato dalla comunità internazionale e dalle Ong per le molte irregolarità, è stato giudicato colpevole di "interruzione del traffico e atti vandalici", in relazione a un corteo organizzato dai suoi sostenitori per protestare contro i maltrattamenti da parte della polizia.
Nei mesi scorsi sette membri bipartisan del Congresso Usa lo hanno candidato al Nobel per la Pace insieme ad altri due attivisti cinesi, tra cui proprio l'avvocato di Chen, scomparso misteriosamente dal febbraio 2009 finché la moglie non ne ha denunciato la detenzione in un carcere statale dove è stato torturato e seviziato. "Non sono assolutamente cambiato", ha dichiarato all'uscita di prigione, secondo quanto riferito dalla Ong dei Difensori dei diritti umani cinesi, "ringrazio tutti gli amici che si sono preoccupati per me". L'avvocato é apparso di buon umore ma molto dimagrito e visibilmente debilitato da una gastroenterite cronica che non sarebbe stata curata. Human Rights Watch (HRW) ha chiesto che Chen torni davvero libero e non rimanga agli arresti domiciliari o sotto controllo di polizia.
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