La lezione asiatica per l'Europa inerme
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La lezione asiatica per l'Europa inerme

La lezione asiatica per l'Europa inerme

L'ACCORDO CINA-GIAPPONE
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L'Asia vuol fare da sola. La seconda e la terza economia del mondo - Giappone e Cina - hanno deciso di usare le loro monete, senza l'intermediazione del dollaro, nell'interscambio commerciale; e, come conseguenza dell'intesa, aumenteranno gli acquisti reciproci di bond. Facile capire cosa succede: da una parte, molto semplicemente, c'è il desiderio dell'Asia orientale, un'area economica sempre più vivace, di creare massa critica e integrarsi sempre più. La concorrenza tra Cina e Giappone per la leadership della regione sta portando, per ora, a una collaborazione virtuosa: nessuno dei due Paesi vuole perdere l'iniziativa. D'altra parte c'è il timore delle conseguenze della crisi europea - e di quella Usa, minore, ma non ancora superata - sui destini di quei Paesi. Il modello economico asiatico prevede, tra l'altro, l'accumularsi di enormi riserve valutarie che, per loro natura, devono essere investite in attività sicure, di cui c'è sempre più carenza: nel 2011, i safe assets in euro e dollari sono meno di quelli in circolazione nel 2001. L'accordo Cina-Giappone non risolverà il problema, ma pone le basi per importanti sviluppi, nel tempo, che vedono l'Occidente, gli Usa, il dollaro sempre meno centrali. A confronto, a volte, Eurolandia e Stati Uniti non sembrano più capaci di una visione di così lungo periodo.

27/12/2011
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