Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 30 giu. - La Cina non accetta la giurisdizione del Tribunale Arbitrale Internazionale dell'Aia che il 12 luglio prossimo esprimerà un verdetto sulle dispute di sovranità in corso con le Filippine nel Mare Cinese Meridionale. Il tribunale dell'Aia "non ha giurisdizione sul caso e sui sotto-casi relativi", ha spiegato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Hong Lei, in una nota in cui sottolinea che L'Aia "non avrebbe dovuto accettare il caso o emanare un verdetto".
Cina e Filippine si sono accordate per "risolvere le dispute nel Mare Cinese Meridionale attraverso il negoziato bilaterale", e la controversia riguarda la sovranità su alcune isole "che va oltre la Convenzione sul diritto marittimo delle Nazioni Unite e non riguarda l'interpretazione o l'applicazione" della convenzione. Le Filippine, per Pechino, hanno "distorto concetti, creato dispute e non hanno rispettato gli obblighi" dell'articolo della convezione che prevede lo scambio di vedute con l'altro Paese per la risoluzione delle dispute in corso. "Riguardo alle questioni territoriali e alle dispute di delimitazione marittima - conclude il portavoce del Ministero degli Esteri cinese - la Cina non accetta la risoluzione della disputa da una parte terza o qualsiasi altra soluzione imposta alla Cina".
Ieri, il tribunale dell'Aia aveva annunciato per il prossimo 12 luglio il verdetto sul ricorso delle Filippine, presentato nel 2013 riguardo a 15 casi specifici di dispute di sovranità con la Cina nel Mare Cinese Meridionale. Il verdetto riguarderà i diritti marittimi relativi al ricorso delle Filippine e il giudizio più atteso è quello sulla cosiddetta "nine-dash line", ovvero la linea di nove trattini che delimita, nella visione cinese, quelle che Pechino rivendica come proprie acque territoriali, e che riguarda una percentuale del Mare Cinese Meridionale che si aggira intorno al 90% dell'intera area.
30 GIUGNO 2016
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