Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 13 lug. - Dopo la sentenza di ieri dei giudici dell'Aja, la Cina riafferma i propri diritti sul Mare Cinese Meridionale con la pubblicazione del libro bianco sulla risoluzione delle Dispute con le Filippine. "La rivendicazione delle isole Nansha da parte delle Filippine è infondata sia dalla prospettiva storica che da quella del diritto internazionale", si legge nel white paper pubblicato oggi dall'Ufficio per l'Informazione del Consiglio di Stato, il governo cinese, che non prevede passi indietro da parte di Pechino sulle dispute territoriali nonostante il giudizio contrario dei giudici dell'alasi di ieri.
Nel libro bianco la Cina riafferma la propria posizione nelle dispute territoriali con le Filippine spiegando che il precedente governo del Paese ha violato l'accordo con Pechino sulla risoluzione bilaterale delle dispute con il ricorso alla Corte Permanente di Arbitrato dell'Aia nel 2013 e ha abusato delle procedure di risoluzione delle dispute in base alla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto Marittimo. "La sovranità territoriale e i diritti e gli interessi marittimi della Cina nel Mare Cinese Meridionale non saranno in nessun caso toccati dalla sentenza - specifica il libro bianco - La Cina non accetta o riconosce questa sentenza. La Cina si oppone e non accetterà mai qualsiasi rivendicazione o azione basata su questa sentenza".
La Cina, riafferma il libro bianco, è stato storicamente il primo Paese a scoprire le isole oggetto di contesa con le Filippine, e la sua sovranità sopra di esse "ha solide fondamenta nella storia e nella legge" (nonostante la sentenza di ieri affermi il contrario). In conclusione, Pechino riafferma l'aderenza ai principi contenuti nella Carta delle Nazioni Unite e il proprio impegno per la stabilità regionale. Pechino si dice "impegnata a fare del Mare Cinese Meridionale un mare di pace, cooperazione e amicizia".
13 LUGLIO 2016
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