Pechino, 05 nov. - Il governo della provincia del Sichuan, colpita dal rovinoso terremoto che nel maggio dell'anno scorso causò la morte di più di 70mila persone, cerca investimenti esteri per la ricostruzione: secondo quanto dichiarato dal vicegovernatore Huang Xiaoxiang nel corso di un incontro con una delegazione di imprenditori di Hong Kong sono più di 100 i progetti in cerca di partner, per un valore approssimativo di circa 60 miliardi di yuan (6 miliardi di euro). "Abbiamo gestito due enormi emergenze, il terremoto e la crisi economica globale - ha detto il vicegovernatore - e nei primi nove mesi dell'anno il Sichuan è cresciuto del 13.5%, un tasso ben superiore a quello nazionale. Ma abbiamo ancora bisogno di investimenti per accelerare la ricostruzione". I progetti sono localizzati in massima parte nella capitale della provincia, Chengdu, e nelle città di Luzhou, Suining e Yibin, e dovrebbero essere ultimati tra il 2012 e il 2015. Per attrarre investimenti stranieri l'amministrazione del Sichuan ha allentato i requisiti sui capitali necessari alla costituzione di un'impresa e offerto notevoli sgravi fiscali. In prima fila per investire ci sono proprio gli imprenditori di Hong Kong: "Il Sichuan è la provincia cardine per lo sviluppo delle regioni occidentali e queste politiche di sostegno alle imprese la rendono ancora più interessante" ha dichiarato il presidente delle federazione degli industriali di Hong Kong Stanley Lau Chin, secondo cui gli sforzi coordinati per la ricostruzione stanno "dando fiducia agli investitori". Il governo di Pechino ha lanciato da alcuni anni la politica detta "Verso Ovest" con l'obiettivo di aumentare l'industrializzazione e lo sviluppo delle regioni occidentali. Il Sichuan, che si situa a cavallo tra est e ovest della Cina, si trova in una posizione privilegiata che lo ha reso una delle province più interessanti per le nuove ondate di investimenti esteri.