di Eugenio Buzzetti
Twitter@Eastofnowest
Pechino, 2 dic. - Il vino italiano torna protagonista a Pechino. Trentadue aziende vitivinicole rappresentate da due dei principali enti di categoria, "Italia del Vino" e "Istituto del Vino Italiano di Qualità - Grandi Marchi", sono state al centro di un evento promozionale che si tenuto oggi presso l'Ambasciata d'Italia in Cina. All'evento ha preso parte anche Frankie Zhao, uno dei massimi importatori di vino italiano in Cina, che ha tenuto una relazione sul vino italiano nel Paese, illustrando alcuni dei punti di forza per le aziende esportatrici. Oltre a Frankie Zhao, sono intervenuti Ettore Nicoletto, per Italia del Vino-Consorzio, e Antonio Argiolas, per l'iIstituto Grandi Marchi. I 32 gruppi italiani presenti oggi contano per il 20% delle esportazioni di vino italiano nel mondo e hanno un fatturato complessivo di 1,4 miliardi di dollari, provenienti per metà proprio dal settore delle esportazioni. L'iniziativa si è svolta con il sostegno dell'ambasciata d'Italia in Cina e dell'agenzia ICE, come parte del progetto "Italia in Cina", illustrato oggi in ambasciata.
Nel suo discorso di presentazione dell'evento, l'ambasciatore d'Italia in Cina, ha sottolineato i punti di forza e alcune debolezze del settore. "L'Italia rappresenta una fetta ancora piccola del mercato cinese - ha spiegato l'ambasciatore - con meno del 7% nel 2013, per un valore di circa 75 milioni di euro. Nei primi sei mesi dell'anno, i valori sono analoghi, con circa 33 milioni di esportazioni italiane verso la Cina. Troppo poco". Tra le ragioni elencate da Bradanini per gli scarsi volumi importati in Cina, ci sono le dimensioni dei gruppi produttori, medio-piccoli, che risentono della concorrenza dei grandi gruppi che producono vini di qualità inferiore.
Tra i punti di forza, c'è la "naturale simpatia con cui i cinesi si accostano ai prodotti italiani", ha poi proseguito l'ambasciatore. "La vastità e i ritmi di crescita di questo mercato consentono a tutti di scommettere sulla Cina con buone probabilità di successo. Bisogna però studiare bene questo mercato - ha precisato l'ambasciatore - stabilire strategie adeguate alle sue peculiari caratteristiche e presentarsi uniti, con una promozione non frammentata ma sistemica, all'insegna del made in Italy".
02 dicembre 2014
@ Riproduzione riservata