Il vescovo cinese segnale a Pechino
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Il vescovo cinese segnale a Pechino

Il vescovo cinese segnale a Pechino

Vaticano. Ordinato ieri dal Papa
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CITTÀ DEL VATICANO
Non sempre il Papa presiede l'ordinazione di vescovi. Anzi. Ma ieri era una di quelle occasioni che marcano un momento decisivo nel corso degli eventi della Chiesa. Tra i cinque ordinati – tutti di Curia, e quindi del governo centrale – c'era don Savio Hon Tai-Fai, che da qualche settimana occupa la poltrona di segretario di Propaganda Fide. È un salesiano di 60 anni, cinese di Hong Kong, teologo stimato ai massimi livelli della gerarchia, che è stato chiamato a Roma come numero due del potente e ricchissimo dicastero delle missioni, ma per qualche tempo sarà di fatto la vera guida visto che a presiederlo è il cardinale indiano Ivan Dias, ormai alla soglia dei 75 anni e con qualche problema di salute. A Hon Tai-Fai è quindi affidato il duro compito di ridare slancio all'azione di Propaganda Fide e con ogni probabilità creare un diaframma che possa evitare nuove commistioni con affari poco chiari, di cui le cronache giudiziarie italiane si stanno ancora occupando.
La nomina di don Savio è giunta pochi giorni prima di Natale, ha destato scalpore in tutto il mondo e ha colto di sorpresa anche Pechino, anche se non sono arrivati all'epoca commenti ufficiali governativi di nessun tipo. Tra Cina e Vaticano negli ultimi tempi non corre buon sangue e proprio a novembre si è registrata una nuova escalation dopo che il governo ha nominato un nuovo vescovo senza l'approvazione apostolica, fatto che è stato duramente criticato con una nota della Santa Sede. Insomma, il clima di maggiore distensione che si era registrato dalla lettera del papa del 2007 sembra ormai lontano. E la nomina del salesiano infatti è stata letta come un messaggio chiaro a Pechino: il Vaticano va avanti per la sua strada nella difesa della libertà religiosa. Che in Cina non è cosa da poco, visto che i cattolici sono stimati in almeno 12 milioni, meno dell'1% della popolazione certo, ma molto attivi e presenti alle celebrazioni, molto più che nella gran parte dei paesi occidentali. Don Savio è un allievo del cardinale Zen Ze-Kiun, anche lui salesiano, per molti anni arcivescovo di Hong Kong e da un paio d'anni in pensione, ma ancora figura-chiave di riferimento per tutta la cattolicità orientale. Zen è un combattente, e al regime ha creato non pochi grattacapi, ma tra le gerarchie del partito c'è anche la consapevolezza – confermata da fonti della Santa Sede – che il nuovo arcivescovo è su posizioni più dialoganti, in sintonia con la diplomazia di Benedetto XVI. L'obiettivo è arrivare col tempo ad un mutuo riconoscimento diplomatico tra Cina e Santa Sede e la piena potestà di Roma sulle questioni religiose, e ci si può arrivare solo per gradi e con un negoziato lungo. Il governo cinese per la verità qualche segnale l'ha mandato: l'autorevole Asian Times ha rivelato che da Pechino è arrivata ai Sacri palazzi un'offerta di contatti ad alto livello, sicuramente più alto di quello di emissari che ogni tanto si incontrano, specie nella capitale dell'ex Impero di Mezzo.
Dopo i toni duri di fine 2010 – specie da parte vaticana, che aveva contestato anche la nomina di un presule illegittimo alla guida del Consiglio dei vescovi - ora si registra un clima più pacato, che forse nasconde nuovi segnali diplomatici, ma di certo a Pechino l'ascesa di don Savio è guardata quantomeno con molta attenzione. La strada del presule cinese è segnata e a meno di incidenti o imprevisti è molto probabile che nel giro di qualche anno diventi cardinale, il primo cardinale cinese di Curia, che tra l'altro parta perfettamente italiano e risulta ben incardinato nella corrente ascensionale dei salesiani, il grande ordine fondato da don Bosco da dove proviene il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato.
Tra le ordinazioni di ieri anche quella di monsignor Antonio Guido Filippazzi – per anni alla guida del desk Italia della Segreteria di Stato – che è in partenza per la nunziatura di Giakarta: tra l'altro con i suoi 47 anni è il più giovane vescovo di nazionalità italiana. Nell'omelia il Papa ha esortato i nuovi presuli a non essere «una canna di palude che si piega secondo il soffio del vento, ma un albero con radici profonde. Non siate servi dello spirito del tempo, perché l'essere intrepido è lo spirito del pastore».
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06/02/2011
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