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Chi ha simpatia per le lotte di liberazione del Tibet non può che apprezzare il sostegno di una potenza democratica e che riconosce i diritti umani al simbolo di un popolo che chiede indipendenza. Anche chi preferisce uno sguardo più realistico non può però non riconoscere un fatto. La Cina sembra nutrire il desiderio di esercitare una forma di leadership verso i paesi poveri e quelli in via di sviluppo: moltiplica accordi commerciali e concede aiuti anche a governi impresentabili sul piano democratico, senza troppo preoccuparsi delle conseguenze sull'opinione pubblica. Non può sorprendersi quando gli Stati Uniti, che associano alla loro leadership l'appeal della libertà e della democrazia, si muovono con la stessa logica e con un successo decisamente superiore.
03/02/2010
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