I cinesi scoprono il lusso « di casa»
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I cinesi scoprono il lusso « di casa»

I cinesi scoprono il lusso « di casa»

Consumi/2. Uno studio Kpmg-Tns
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Per un cinese della upper class è più à la page terminare il pranzo sorseggiando un Rémy Martin oppure degustare un Maotai, altrettanto esclusivo distillato locale ricavato dal frumento e sorgo che segue un lungo e complesso metodo di lavorazione e invecchiamento? Come status symbol è meglio sfoggiare un anello di Cartier oppure un pendente di diamanti di Chow Tai Fook, insegna di gioiellerie che nel Paese della Grande Muraglia sono considerate tra le più lussuose?
Il lusso in Cina continua a essere sinonimo di marchi occidentali, da Armani a Chanel, da Ferrari a Bmw, ma in prospettiva vengono dati in ascesa i brand "di casa". A fotografare questa tendenza è «Luxury experiences in China», studio realizzato da Kpmg e Tns per cogliere le opportunità che offre questo grande mercato che conta oltre un milione di milionari (in euro).
«C'è la riscoperta delle capacità artigianali, della storia e dell'orgoglio nazionale che alimenta un vero e proprio rinascimento culturale cinese - spiega Maurizio Castello, partner Kpmg Head of Fashion & Luxury –. E per i marchi locali si aprono possibilità di crescita non solo sul mercato domestico ma anche su quelli internazionali».
Prende così quota un'insegna come Hiersun, altra catena di gioiellerie aperte nelle città più importanti, specializzate nella vendita di anelli con diamanti da almeno un carato. «Nei nostri store vengono acquistati circa il 70% dei gioielli con diamanti sfoggiati nei matrimoni della upper class - sottolinea William Li, presidente del Hiersun Diamond Group –. Da cinque anni abbiamo introdotto "I do", una insegna di negozi di fascia alta che si sta espandendo verso le città secondarie».
In netta ascesa anche Shang Xia, (significa "su" e "giù"), marchio che fa capo al Gruppo Hermès. Per ora nel Paese sono state inaugurate poche boutique che vendono linee di prodotti realizzati con materie prime locali, dalla ceramica al cashmere, con cura artigianale. Collezioni che spaziano dai capi d'abbigliamento a monili, tessuti e altri accessori per la casa e la persona. «Il nostro è un nuovo brand costruito su un patrimonio di secoli di abilità artigianali che rischiavano di andare perdute con la produzione di serie» sottolinea Jiang Qiong Er, fondatrice e ad di Shang Xia.
Rimane comunque forte l'appeal del lusso occidentale. Abbigliamento, gioielli, accessori e cosmetici sono «made in France», pelletteria, calzature, gioielli e abiti «made in Italy» mentre gli orologi di lusso non possono che essere «made in Suisse» secondo un campione di consumatori delle classi medio-alte a cui è stato chiesto di associare diverse categorie di generi di lusso al paese d'origine. Solo una minoranza, meno del 10% ha pensato ai prodotti di lusso «made in Cina».
«La nuova classe affluente cinese riconosce ancora un forte appeal ai brand europei – continua Castello –. In quest'ottica i marchi occidentali del lusso rappresentano delle vere e proprie barriere all'entrata per i player locali, soprattutto in alcune categorie come l'orologeria, l'abbigliamento, gli accessori». Uno scenario che in un prossimo futuro si evolverà per le ottime prospettive di affermazione dei marchi di lusso cinesi in particolare per quanto riguarda la gioielleria, i prodotti artigianali e gli oggetti d'arte, gli alcolici.
enrico.netti@ilsole24ore.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA

20/06/2011
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