Hacker cinesi contro corporate America
ADV
ADV
Hacker cinesi contro corporate America

Hacker cinesi contro corporate America

Furti informatici. Aumentano i cyberattacchi per rubare segreti industriali e militari
di lettura
LOS ANGELES
La Cina e la Russia continuano a rubare segreti industriali, militari e tecnologici agli Stati Uniti con ciberattacchi di frequenza allarmante, al punto da mettere a repentaglio la sicurezza economica del l'America. Così ha concluso l'ultimo rapporto del controspionaggio americano presentato ieri al Parlamento con l'implicita richiesta di fare qualcosa, e in fretta, per tutelare l'apparato industriale del Paese e il futuro della nazione.
Mai come questa volta l'Office of the National Counterintelligence Executive ha dipinto un quadro tanto preoccupante della vulnerabilità americana di fronte all'intensificarsi dei ciberattacchi contro società, individui e enti pubblici da parte di hackers pagati da società private, ma anche dai governi di Pechino e di Mosca. La Cina e la Russia in particolare, ha concluso il rapporto, stanno cercando di guadagnare indebitamente un vantaggio competitivo sugli Stati Uniti, e lo fanno utilizzando ogni forma di spionaggio industriale.
Quantificare i danni causati dal furto di segreti industriali è talmente complicato da rendere quasi insignificanti le stime elaborate da diversi economisti, stime che variano dai 2 ai 400 miliardi di dollari all'anno. Calcolare i danni in termini di potenziali profitti persi, di minori livelli di occupazione e di esportazioni, o di royalties non incassate non è un metodo soddisfacente in quanto non include elementi non quantificabili come la perdita di competitività, l'indebolimento della posizione contrattuale del Paese e il rimpicciolimento del divario economico tra gli Stati Uniti e i suoi maggiori rivali.
Il furto di tecnologie con potenziali applicazioni militari rappresenta inoltre un grave costo sul piano della sicurezza nazionale. Benché il rapporto menzioni per nome solo due nazioni, la Cina e la Russia, i segreti industriali o militari di cui vengono in possesso possono essere venduti o trasferiti a nazioni pericolose come la Corea del Nord e l'Iran, con gravi implicazioni sulla sicurezza del personale militare americano.
La Cina dal canto suo continua a negare il suo ruolo in attività di ciberspionaggio, e anzi sostiene di esserne a sua volta vittima. Ma la lista di intrusioni cinesi nei computer di società americane si allunga. Solo quest'anno Google ha individuato due massicci ciberattacchi, uno dei quali inteso a impossessarsi dei dati di migliaia di abbonati a Gmail; una società Fortune 500 ha denunciato il furto di segreti industriali durante i negoziati per l'acquisto di un'azienda cinese; e la società di sicurezza digitale McAfee ha intercettato l'infiltrazione di hackers nei siti di diverse società del settore chimico, petrolifero ed energetico.
Il controspionaggio americano cerca rimedi, ma nel frattempo ha voluto avvertire le aziende operanti nei settori più a rischio: quello delle tecnologie militari e delle comunicazioni (in particolare quelle impiegate nei droni e nel settore aerospaziale), il cleantech, la sanità e il farmaceutico. E ha raccomandato alle aziende non solo di erigere barriere di sicurezza ma anche di denunciare i ciberattacchi e coordinarne la risposta con il Governo e il controspionaggio.
Per il momento il Governo resta ufficialmente contrario all'uso di internet a scopo di sabotaggio o spionaggio, ma soprattutto dopo la pubblicazione di questo rapporto, le richieste di ciber-ritorsioni contro i pirati russi e cinesi si fanno sempre più forti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ADV
ADV
Miliardi di dollari
La stima del danno potenziale arrecato agli Usa dal cyberspionaggio

05/11/2011
ADV