Di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 21 set. - La Gran Bretagna sarà il primo Paese occidentale ad avere un reattore sviluppato con tecnologia internamente cinese. Lo ha confermato il segretario per l'Energia britannico, Amber Rudd, durante una visita a Pechino, assieme al cancelliere, George Osborne. La collaborazione tra i due Paesi nel settore nucleare è stato uno dei punti affrontati già durante le prime ore della missione, cominciata ieri. I cinesi, ha dichiarato Rudd al Financial Times, "vogliono vedere il loro progetto attivo in Gran Bretagna. Abbiamo standard di regolamentazione così severi che chiunque può fidarsi del livello di sicurezza e di funzionamento". Londra e Pechino sono poi legate da un altro progetto nel nucleare, quello di Hinkley Point C, che sarà il primo nucleare in occidente realizzato su un progetto in parte cinese.
La collaborazione con la Cina nel nucleare viene vista da Osborne come l'inizio di un "decennio dorato" per la cooperazione con il gigante asiatico, ma l'ottimismo del cancelliere britannico si scontra con le difficoltà del progetto e le polemiche che lo hanno finora accompagnato. La centrale ha già subito i primi ritardi (la realizzazione è slittata a dopo il 2023) e in molti ritengono l'impianto estremamente complicato, costoso e tardivo nella sua realizzazione. La centrale riveste, invece, un'importanza particolare per Pechino, che la considera un'apripista per lo sviluppo delle proprie tecnologie in occidente: verrà realizzata in collaborazione con due dei maggiori gruppi cinesi, China National Nuclear Corporation e China General Nuclear Corporation, anche se la quota di maggioranza rimarrà nelle mani dei francesi di Edf.
La realizzazione della centrale sarà anche tra gli argomenti di discussione della visita in Gran Bretagna, il mese prossimo, del presidente cinese, Xi Jinping. Intanto, il governo britannico ha già stanziato due miliardi di sterline a garanzia del progetto, che ne vale circa 24,5 miliardi (37,2 miliardi di dollari). Hinkley Point C rappresenta la prima nuova centrale nucleare nel Regno Unito degli ultimi 25 anni e riveste un ruolo non secondario nella diversificazione del paniere energetico britannico: secondo gli ultimi calcoli, potrebbe generare energia sufficiente per il 7% del fabbisogno nazionale, portando elettricità a sei milioni di abitazioni.
21 SETTEMBRE 2015
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